Manca il personale nel Reparto di Ostetricia e Ginecologia del “Fazzi”, FSI-USAE: “Urgente integrare l’organico”

Parlano  il segretario territoriale di FSI-USAE, Francesco Perrone e Mariella Chirivì, Dirigente sindacale del nosocomio salentino. A distanza di 15 mesi dalla chiusura di Copertino non è avvenuto l’ingrandimento degli operatori.

“È trascorso più di un anno da quando, in seguito alla chiusura dell’U.O.C. di Ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Copertino, la maggior parte delle nascite (circa 700-800) del territorio del Nord Salento si sono riversate sull’U.O.C.  di Ostetricia e Ginecologia e del Nido del “Vito Fazzi” di Lecce, dove si segnala che, a fronte delle suddette nascite, non è avvenuto a distanza di 15 mesi il relativo incremento del personale in relazione a tutte le figure professionali operanti nella U.O.C.”, con queste parole il segretario territoriale di FSI-USAE, Francesco Perrone e Mariella Chirivì, Dirigente sindacale del “Vito Fazzi, commentano la carenza di personale all’interno del reparto di Ostetricia e Ginecologia del nosocomio leccese.

“Il personale –proseguono – pur lavorando con la massima diligenza e professionalità, in tali condizioni è ovviamente impossibilitato ad assicurare un’assistenza priva di rischi operando su tre reparti: la sala parto, la degenza e il nido.

A tutto questo si aggiungono le visite ambulatoriali dei neonati che talvolta sono costretti a fare dopo le dimissioni, per poter controllare la loro adeguata crescita”.

Necessario integrare il personale

“Al momento – si continua nella nota stampa inviata – si segnala che le nascite a tutt’oggi risultano essere circa 1.600, con la possibilità di superare per la data del 31 dicembre circa i 2.000 neonati.

Occorre provvedere con urgenza all’integrazione dell’organico di Ostetricia e Ginecologia e del Nido per garantire i livelli essenziali di assistenza con l’assegnazione urgente di almeno: 5 CPS – infermieri; 5 CPS ostetriche; 5 CPS infermieri pediatrici; 5 operatori socio sanitari, anche in considerazione del fatto che il 30% dei operatori di comparto godono dei benefici della Legge 104”.

Un intervento mirato

“Alla luce di quanto sopra evidenziato – concludono Perrone e Chirivì – diventa necessaria e urgente un’azione mirata che tenti di affrontare tali problematiche prima che gli operatori interessati proclamino lo stato di agitazione”.



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