«Ve ne siete accorti? È sufficiente non camminare con la testa nella sabbia, per accorgersi che a Cavallino si muore molto! Sono, infatti, moltissimi i manifesti funebri attaccati per le vie del paese , nomi e cognomi affissi sulle mura delle case dei cavallinesi, manifesti che scrivono non solo di morte, ma di sofferenza e malattia che le famiglie si sono certamente vissute, le campane funebri suonano spesso e i funerali ormai si celebrano sia la mattina che il pomeriggio in una stessa giornata. Sappiamo anche che molti sono i cari concittadini ammalati: ogni giorno, con grande rabbia e dolore , se ne scopre qualcuno . Non è l’inizio di un triste romanzo noir, bensì quello che viviamo realmente qui a Cavallino».
Sono già cento ma crescono di ora in ora le firme dei cittadini di Cavallino che chiedono la nascita di una Consulta Popolare sull’Ambiente. Un tempo a preoccupare erano i miasmi che dalle discariche si diffondono come una cappa acre sulla città e su alcuni quartieri dei comuni limitrofi. Adesso c’è anche il rischio che in quella zona nasca una centrale sul recupero e sul trattamento dell’amianto. Troppo per i rischi all’ambiente di una comunità che ritiene di aver già dato abbastanza nella continua lotta tra sviluppo e sostenibilità, tra lavoro e salute.
«Noi abbiamo paura che ci sia una relazione tra morte e ambiente maltrattato ed è legittimo, non è un reato e non è strumentale pensarlo. Non vogliamo che inizi questo ‘esperimento amianto’, nè per un giorno, né per un ora, né in un container, nè in una scatola di scarpe».
Vogliono essere protagonisti delle scelte che li riguardano questi cittadini, non ne vogliono sapere di delegare, vogliono dire la loro.
«Noi vogliamo partecipare attivamente alle scelte in materia ambientale, dato che riguardano da vicino il nostro inalienabile diritto alla salute, che nessuno può permettersi di toglierci!»