Chi ha buona memoria ricorderà il perché il più grande architetto vivente al mondo, Alvaro Siza, decise di accettare la progettazione della riqualificazione delle cave di Marco Vito.
Tutto nacque dalla splendida intuizione di investire culturalmente nell’Osservatorio Urbanistico Teknè. Ideato dal sottoscritto nel 2005 nel Comune di Calimera (di cui Siza è cittadino onorario), fu subito supportato e finanziato dall’Istituto di Culture Mediterranee della Provincia di Lecce e organizzato dallo Studio Korema.
Da lì fu istituito il Premio Teknè che, ricorderete tutti, premiava l’opera meglio contestualizzata nei comuni del Salento e ospitava collateralmente mostre che hanno coinvolto i più noti architetti del mondo: Heinz Tesar, Steven Holl e per l’appunto Alvaro Siza. Personalità di spicco che hanno offerto al Salento la possibilità di godere di lezioni magistrali e mostre di livello internazionale (non va dimenticata nemmeno quella di Eladio Dieste ospitata nel Castello di Acaya).
Grazie a tutto ciò, chiesi personalmente al maestro Alvaro Siza di lasciare un segno della sua presenza nel Salento favorendo la sua partecipazione con una proposta innovativa al concorso per la riqualificazione delle cave di Marco Vito. Da lì è nata quella meraviglia che è stata inaugurata ieri nel capoluogo salentino.
Riavvolgere il nastro spesso serve a ricordare e ristabilire l’ordine delle cose.
Con orgoglio insieme agli amici del Centro Studi Teknè (Giuseppe Schiavone, Paola Iacucci, Toti Carpentieri, Alfredo Foresta, Marco Renna e Vincenzo Corona) si è creato un circuito virtuoso che ha consentito una crescita culturale e una sensibilità verso l’architettura nel Salento.
La sfida era e resta attuale: quale segno della nostra civiltà stiamo lasciando ai posteri? Questo è certamente un segno importante che acquisirà valore nel tempo.