Cobas, manifestazione a Taranto contro le devastazioni ambientali. Appuntamento il 4 maggio

La manifestazione a cui il Cobas aderisce è una protesta a sostegno di un territorio incastrato nella contraddizione tra salute e lavoro.

Si torna a manifestare contro le devastazioni ambientali a Taranto. E la Confederazione Cobas non può che aderire e partecipare al prossimo 4 maggio, in coerenza con il proprio impegno. Una linea coerente, a favore della chiusura delle fonti inquinanti e contro un modello di sviluppo basato sull’industria pesante. È una manifestazione contro la condanna a morte di un territorio, incastrato nella contraddizione tra salute e lavoro.

L’organizzazione sindacale punta subito il dito contro le bonifiche di cui “da troppi anni se ne blatera a sproposito senza mai intervenire fattivamente. Intanto i dati resi pubblici da istituzioni indipendenti sulla situazione ambientale e sanitaria sono sempre più drammatici”.

Sono molti gli elementi di preoccupazione nel tarantino. “Sono di questi giorni le notizie secondo le quali Taranto è la prima in Italia per tumori ai lavoratori che operano in aziende inquinanti, oppure che Arcelor Mittal emette il 92% in più di alcuni agenti inquinanti e cancerogeni, che il livello di diossina nelle cozze è aumentato e che nel raggio di 20 chilometri dall’ex Ilva non si può fare né agricoltura né allevamento di bestiame!”

Disoccupazione giovanile e la mancanza di un’università “degna di questo nome” si aggiungerebbero al quadro già grave, che spingono i ragazzi del tarantino a emigrare n cerca di un futuro migliore.

Un altro modello si sviluppo

Chiusura delle fonti inquinanti e un piano di bonifica serio sono i primi due punti del modello alternativo nella visione dei Sindacati di base. La riconversione industriale può anche prevedere la produzione dell’acciaio ma con sistemi senza impatto sull’ambiente.

Il punto successivo è l’investimento in cultura “dotando il territorio di una università degna di tale nome e che sia legata alle esigenze del territorio con facoltà tipo università del mare” e “lo sviluppo della portualità che non sia legata come ora al quasi totale servizio dell’industria pesante”.

Il 7 maggio, a Roma in commissione del Senato Industria, Turismo Commercio

L’Organizzazione sindacale “porterà le stesse posizione rappresentate in questo comunicato con annessi una serie di dati tecnici a supporto delle proprie tesi e proposte”. Una voce fuori dal coro, così si definiscono, rispetto alle altre organizzazioni sindacali convocate che “sono le stesse che hanno firmato il famigerato accordo del 6 settembre 2018 col quale stanno permettendo ad Arcelor Mittal di continuare ad inquinare, oltre che continuare a tenere i lavoratori sotto fortissimo ricatto occupazionale”.

 



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