Code e assembramenti per il vaccino, polemiche all’ombra dell’hub nella Caserma Zappalà

Polemiche per le lunghe code e gli assembramenti che si sono creati all’esterno della Caserma Zappalà nel giorno di Pasquetta

Qualcosa nella giornata dedicata alla vaccinazione dei Caregiver dei bambini con gravi disabilità non ha funzionato. Ad un certo punto, forse perché in pochi avevano risposto alla chiamata ed erano avanzate delle dosi di vaccino o le “adesioni” erano state inferiori alle aspettative, sui social e su whatsapp ha cominciato a circolare la notizia che nella Caserma Zappalà si sarebbero vaccinati anche i famigliari degli adulti beneficiari della 104 .

Un passaparola diventato immediatamente virale. Se qualcuno ha anche pensato che il messaggio fosse una fake-news, visto il canale non ufficiale usato per comunicare la disponibilità di dosi, in tanti, tantissimi si sono presentati nell’hub inaugurato da poco, pronti a dimostrare di avere i requisiti per farlo. Il risultato? È che il tam tam non solo ha funzionato, ma è diventato una corsa al veccino. In poche ore, in via Massaia si sono create lunghe code di persone. E più la gente aumentava più la strada si affollava creando assembramenti. Tutti con la mascherina, in attesa del proprio turno. Alcuni seduti per terra, altri in fila con poca distanza di sicurezza e qualche malumore per l’organizzazione. E la giornata soleggiata non ha aiutato. Il caldo ad un certo punto ha cominciato a diventare insopportabile, tant’è che i militari e i volontari della Protezione Civile hanno distribuito delle bottigliette di acqua per evitare malori.

A fine giornata erano circa 600 le persone che hanno ricevuto la prima dose, ma le foto condivise sui social hanno sollevato non poche polemiche.

I numeri

Nelle due giornate, Pasqua e pasquetta, dedicate alle vaccinazioni di caregiver e familiari conviventi di under 16 con disabilità grave, sono state coinvolte circa 13mila persone in Puglia che hanno ricevuto la prima dose. Nella Asl di Lecce sono circa 1.500 i caregiver e i familiari di persone con gravi patologie vaccinati.



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