Oramai siamo davanti allo scenario della terza guerra mondiale. Una terza guerra mondiale a macchia di leopardo. Continente Africano. Europa, Medio Oriente. I popoli combattono tra di loro, uno contro l’altro. La guerra ha l’unico scopo di distruggere l’integrità fisica e morale, le abitudini, la pacifica convivenza tra Stati. La guerra è quello strumento che sconvolge, distrugge, umilia le più nobili sensibilità d’animo umane che ogni giorno si battono affinché la pace possa regnare. La guerra distrugge e umilia le menti e i cuori di tutti quelli che si possono tranquillamente chiamare operatori di pace.
Diceva San Giovanni XXIII, il Papa Buono, nell’ Enciclica “Pacem in terris”, che “tutti coloro i quali credono di portare la pace con l’uso delle armi, sono pazzi“. La guerra, quella che in questi giorni sta distruggendo centinaia di vite umane innocenti in Israele e nella striscia di Gaza, ha qualcosa di diverso rispetto a tutte le altre che sono sparse nel mondo, questa guerra è diventata ideologica, molto simile a quella che ha caratterizzato la storia dell’umanità nella prima metà del Novecento che ha avuto come protagonisti il nazismo becero e farneticante, razzista, antisemita, bellicista e il marxismo leninismo sovietico anch’ esso antisemita e bellicista. Due “uomini” potenti, amanti della guerra come strumento di conquista e sottomissione, volevano conquistare il mondo. Tutto questo ha causato la morte di sessanta milioni di persone innocenti. Questa è la dimostrazione che quando la guerra diventa ideologica non c’è riparazione, non c’è risoluzione se non ad un prezzo altissimo che è quello della morte di migliaia di vite umane. Oggi si sta commettendo lo stesso errore del secolo scorso.
La guerra israelo-palestinese è diventata un conflitto ideologico in quanto Hamas, nella propria costituzione, ha inserito una clausola nella quale si identifica lo Stato di Israele come il male assoluto e, per questo, dichiara che la guerra non potrà mai aver fine se non con la distruzione israeliana e dei suoi abitanti. Ed ecco che migliaia di persone, in tutta Europa, commettono questo grandissimo errore di avallare a volte, a loro insaputa, l’ideologia antisemita di Hamas, bruciando bandiere, inneggiando alla distruzione di un popolo innocente che nulla ha a che spartirsi con la politica e gli interessi economici delle parti in conflitto. Queste azioni violente ed intolleranti fanno il gioco dei terroristi e non portano a nulla se non all’aumento del conflitto, non più a macchia di leopardo, ma uniforme e mondiale. In tutta Europa si stanno moltiplicando, giornalmente, azioni contro le persone di religione ebraica, schieramenti filo-palestinesi scendono in piazza e bruciano bandiere israeliane, imbrattano, con designi delle stelle di Davide che si usavano per identificare gli ebrei nei ghetti, case abitate da “colpevoli guerrafondai” gridando ebrei a morte.
Quello che è necessario e soprattutto doveroso affermare è che Israele non è l’ebraismo e l’ebraismo non è Israele. In Israele vivono uomini, donne e bambini di diverse confessioni religiose, cristiani cattolici, ortodossi, musulmani, ebrei, territorio questo circondato da Stati mussulmani. A volte per giustificare l’operato di Hamas, molto spesso per giustificare la povera gente palestinese che ogni giorno, esageratamente, viene bombardata per decisione del governo dello Sato d’Israele il quale, il 7 ottobre scorso, ha subito uno dei più grandi eccidi dopo la Seconda Guerra Mondiale, si attuano azioni antisemite volte soltanto a creare odio e violenza, volte a fare crescere ancora di più quell’odio contro persone “colpevoli” di una loro libera appartenenza religiosa, che abitano in Europa ed in ogni parte del mondo, che con Israele non hanno nulla a che fare perché sono cittadini italiani, svedesi, inglesi, francesi, olandesi, americani, canadesi… Non si può essere antisemiti, razzisti, solo perché poche persone al potere compiono azioni anti umane volte soltanto ai propri interessi.
La storia della prima metà del Novecento si ripete, e lo ripeto anche io; ancora oggi il nazionalsocialismo ed il comunismo sovietico ideologizzati, volti alla distruzione dell’uomo, non hanno insegnato nulla. Da anni oramai si sente dire in televisione, nelle scuole, in dibattiti pubblici, che l’uomo appartiene ad una sola famiglia, quella umana, non esistono superiorità di razze, lingue, popoli, culture e religioni, l’uomo è uno e come tale deve amarsi vicendevolmente. L’appello che mi sento di fare, da ricercatore e studioso dell’Olocausto e della Shoah, da umile ed ultimo uomo di fede, e’ quello nei confronti dei giovani: non fatevi ammaliare da coloro i quali gridano ebreo a morte, da coloro i quali vogliono la Palestina distrutta, non fatevi ammaliare da queste ideologie anti umane e anticristiane. Siate operatori di pace che combattono per un futuro migliore, combattono per i propri figli e le persone innocenti, combattono contro chi vuole gli ebrei morti. Come stareste se al posto di quegli ebrei ci foste voi, le vostre famiglie, i vostri cari? Pensate tra voi… se io stessi al posto della persona discriminata e mi sentissi minacciato o in pericolo sotto la pioggia di bombe… come mi comporterei? Cosa farei?” Gli interrogativi aiutano a riflettere. Costruite e costruiamo un mondo di pace, lottiamo per un mondo di pace, con le armi della parola e con gli strumenti della non violenza. Che Dio aiuti l’umanità ad amarsi.