Coronavirus, limitate le attività dei call center. La denuncia dei lavoratori: ‘Nessuna garanzia su alternanza delle cuffie’

La Regione Puglia limita le attività dei call center. Ma il provvedimento non rischiara alcune zone d’ombra: ai lavoratori non è garantita l’alternanza delle cuffie dopo i turni di lavoro precedenti

Con due ordinanze emanate nella serata di ieri, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano dispone nuovi provvedimenti volti a contenere la diffusione del coronavirus. Mentre il bollettino dei contagi è in continuo aggiornamento, il Governatore pugliese ha previsto l’estensione dell’obbligo di segnalazione della propria presenza in Puglia a tutti coloro che giungono da fuori regione – non solo quindi dalle zone maggiormente colpite – e provvedimenti restrittivi per l’attività dei call center.

Nelle scorse ore Leccenews24 aveva preso a cuore la denuncia dei lavoratori, preoccupati per il mancato rispetto delle basilari norme di sicurezza indicate dal Ministero della Salute come prassi obbligatorie tese a contenere la proliferazione del virus.

A destare preoccupazione, soprattutto l’assenza della distanza di sicurezza e la mancanza degli strumenti idonei a garantire l’igiene. “Lavoro in un call center, siamo in tanti nello spazio in cui operiamo telefonicamente. Siamo ammassati uno sull’altro, tutti a strettissimo contato. Ci hanno dato un disinfettante spray e un rotolo di scottex che ci passiamo l’un l’altro. Io ho portato da casa il lisoform e le salviettine. Ma non mi sento al sicuro”, aveva denunciato un dipendente.

A stretto giro l’appello è stato accolto nella seconda ordinanza, con cui il governatore ha previsto la limitazione delle attività dei call center che non possono attivare le modalità di lavoro agile. Le aziende sono dunque tenute a limitare la loro attività esclusivamente al servizio in-bound, cioè attività a favore di cittadini che chiamano per avere assistenza e informazioni (customer service).

Ma, se da un lato le nuove disposizioni mitigano la problematica degli assembramenti sul luogo di lavoro, dall’altro permane la precarietà delle condizioni igieniche legata al passaggio delle cuffie da un lavoratore all’altro a fine turno. “In postazione usiamo tutti le stesse cuffie con il microfono. Si badi bene, non è che ognuno ha la sua cuffia. Ce le passiamo al cambio turno, sono le stesse che i colleghi hanno utilizzato la sera prima o la mattina e poi se le ritrovano quelli del turno pomeridiano”, aveva denunciato un operatore a Leccenews24.

Situazione che – assicurano i lavoratori – al momento permane, in barba alle disposizioni che obbligano le aziende ad attuare protocolli di sicurezza anti contagio e alle logiche di tutela della salute dei lavoratori, con il rischio di vanificare ogni sforzo teso a contenere la dilagante diffusione del virus. L’ultimo bollettino emanato dalla protezione civile registra 166 pazienti positivi in Puglia, 24 nella sola provincia di Lecce. Sono 37 i nuovi contagiati rispetto alla giornata di ieri. Numeri in crescita, come ampiamente preventivato dagli esperti, e il cui ulteriore aumento rischierebbe di mettere a dura prova la tenuta di un sistema sanitario già saturo in alcune zone d’Italia.



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