Coronavirus, crolla la domanda di piante e fiori. E all’estero mettono i ‘carichi’ in quarantena

Anche il settore florovivaistico pugliese è stato messo in ginocchio dal coronavirus. Crolla la domanda e all’estero bloccano i carichi alle dogane e li mettono in quarantena.

Non è solo una emergenza sanitaria. Il covid-19 ha conseguenze a catena su tutti i settori dell’economia, anche sul mercato florovivaistico in ginocchio a causa di quella che l’Organizzazione mondiale della sanità ha classificato, ufficialmente, come pandemia globale. Non è solo la domanda ad essere crollata, del 70% con punte fino al 100% come denunciato da Coldiretti Puglia, sulla base di alcune segnalazioni delle aziende che hanno milioni di fiori e piante invendute. C’è anche il problema delle esportazioni con i ‘carichi’ verso i paesi esteri, ingiustamente bloccati alla frontiera.

E il Salento in fatto di fiori ne sa qualcosa. Ci sono Taviano e Leverano, distretti che toccano anche i comuni di Alliste, Maglie, Melissano, Nardò, Porto Cesareo, Racale e Ugento in serie difficoltà. L’emergenza Coronavirus, infatti, è scoppiata nel momento ‘peggiore’ per un comparto caratterizzato da prodotti stagionali e che da marzo a maggio concentra il 70% delle vendite annuali. C’è la festa del papà, la domenica delle palme, la festa della mamma… e poi ricorrenze, anniversari, cerimonie e matrimoni  annullati.

“A Leverano – ha dichiarato presidente di Coldiretti Lecce, Gianni Cantele –  il mercato resterà chiuso fino al 3 aprile con le ripercussioni prevedibili, mentre non ci sono più ordini dal Nord Italia di fiori. Parliamo di milioni e milioni di steli che andranno buttati, di ranuncoli, anemoni, statice, garofani del poeta, lilium, strelitzie, craspedia, miniature, solidago, gipsophila, gerbere e altri. Unico barlume di restano le aste Olandesi, anche se già i prezzi rispetto alla settimana scorsa sono diminuiti del 50%».

«Il settore florovivaistico in provincia di Lecce è già in crisi di anni e questa ulteriore tegola rischia di far chiudere i battenti a decine di aziende con il conseguente licenziamento di centinaia di lavoratori” ha aggiunto il presidente Cantele.

I problemi ci sono anche in provincia di Bari (Terlizzi, Canosa, Bisceglie, Molfetta, Ruvo di Puglia e Giovinazzo) che risente il blocco del mercato interno pur non essendoci grandi problemi di logistica. Logistica che, secondo Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia è il problema, o uno dei problemi del mercato estero. «Non si trovano autotrasportatori stranieri che vadano all’estero e, ove si trovano, si registrano speculazioni sui costi per la richiesta di aumento dei compensi. Ma il sistema produttivo non può fermarsi».

«Con la scusa del Coronavirus le esportazioni di fiori pugliesi vengono ingiustamente bloccate alle frontiere con motivazioni pretestuose e grave danno per le imprese tricolori – aggiunge Coldiretti Puglia –  mentre si moltiplicano i casi di carichi di prodotti florovivaistici fermati alle dogane dei Paesi vicini, Francia in primis, e messi in quarantena senza alcuna motivazione plausibile. Il coronavirus non si trasmette con le piante e non c’è dunque alcun rischio nella loro immissione sul mercato».

“Un fiore tricolore per sconfiggere la paura”

Le difficoltà ci sono. Per questo Coldiretti ha pensato alla campagna “un fiore tricolore per sconfiggere la paura” per sostenere il settore del florovivaismo. «Un fiore vince la paura e porta felicità nelle case e nelle nostre vite» si legge nell’invito ad adornare i balconi, le finestre, dando un segnale positivo al mondo, perché il fiore è il simbolo della resilienza e della voglia degli italiani di non farsi sopraffare dalla paura.



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