Covid-19, arrivano le prime guarigioni a Lecce e Galatina. L’età e i farmaci usati da chi ce l’ha fatta

La Asl comunica le prime guarigioni da coronavirus. Strategico il presidio di San Cesario di Lecce, diventato ora ospedale Post Covid dove sono ricoverati 18 pazienti sulla via delle dimissioni

«Nell’Ospedale Vito Fazzi di Lecce 5 persone si sono negativizzate e quindi sono state dimesse guarite: due il 20 marzo, uno il 21, uno il 24, due il 26. A tutti questi pazienti è stato consigliato l’isolamento fiduciario a casa, al fine di migliorare le condizioni generali nella fase di convalescenza. In questo momento, 3 pazienti risultati negativi sono ancora ricoverati, in attesa del secondo tampone negativo che, in base alle linee guida attuali, certifica la completa guarigione e la non contagiosità».

È importante prendere atto in questi giorni così difficili delle buone notizie, in quella che le autorità sanitarie definiscono la settimana decisiva. E per notizie buone si intendono anche e soprattutto quelle dei malati che sono guariti e lentamente si avviano a riprendere la vita di tutti i giorni.

Ad un mese dall’inizio dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 arrivano dunque le prime guarigioni al termine di un ricovero ospedaliero o dopo un trattamento in un reparto di terapia intensiva.

I guariti a Galatina

Non solo a Lecce i guariti. Anche al Santa Caterina Novella di Galatina. La negatività per due volte al SARS-CoV-2 nei tamponi, che significa guarigione virologica, è stata appurata per 4 pazienti ricoverati. Un uomo è stato già dimesso, un altro è tornato a respirare autonomamente senza ossigeno, due saranno dimessi nella giornata di domani. Dopo le dimissioni anche per loro è previsto un periodo di convalescenza da trascorrere presso il proprio domicilio, con monitoraggio del medico di medicina generale e del Servizio Igiene Pubblica.

L’età dei guariti

Ampio lo spettro dell’età di coloro che possono dire di essersi messo alle spalle il coronavirus. Si va dalla bimba di pochi mesi con la mamma ad alcuni 60enni per giungere a due 80enni. Sotto i 50 anni gli altri. Si conferma la prevalenza del numero di donne guarite, in linea con il dato riscontrato in tutta Italia che vede una maggiore protezione delle donne nei confronti dell’infezione.

Quali sono i reparti ospedalieri anti-covid nel Salento

Oltre al Nuovo Dea di Lecce, la Asl ricorda che nel Salento sono impegnati in prima linea i seguenti reparti ospedalieri:
– il reparto di Malattie Infettive di Lecce con i suoi 24 posti letto;
– il reparto di Malattie Infettive di Galatina con i suoi 26 posti letto;
– il reparto Ospedaliero di San Cesario con il centro di assistenza per malati in fase post acuta.

L’ospedale di San Cesario di Lecce, presidio post-Covid

Nel presidio di San Cesario di Lecce, diventato ora ospedale Post Covid, sono ricoverati 18 pazienti che, benché positivi al coronavirus, hanno però superato il periodo di acuzie e sono ora in fase di remissione completa. Sono tutti in via di miglioramento. «Molti sono già sfebbrati – scrive la Asl di Lecce nella sua nota – e vengono monitorati costantemente, almeno due volte al giorno, con misurazione della pressione arteriosa, frequenza cardiaca, temperatura corporea, emogas e con un trattamento di supporto di ossigenoterapia e antivirali al bisogno. Occorre considerare che molti pazienti sono portatori di più patologie indipendentemente dall’infezione Covid-19, anche a causa dell’età».

Quali farmaci si usano

I protocolli farmacologici utilizzati per guarire i malati di coronavirus sono quelli approvati dalla SIMIT (Società Italiana di Malattie Infettive) nel “Vademecum per la cura delle persone con malattia da COVID-19 (edizione 2.0, 13 marzo 2020)”. Tre le possibilità percorse:

– l’associazione di un antimalarico (IDROSSICLOROCHINA) con alcuni farmaci antiretrovirali (anti HIV): LOPINAVIR/RITONAVIR (Kaletra) oppure DARUNAVIRCOBICISTAT (Rezolsta);

– il REMDESIVIR, un antivirale potenzialmente efficace nei confronti dei coronavirus;

– il TOCILIZUMAB, già utilizzato per la cura dell’artrite reumatoide, con l’obiettivo di un’attività non antivirale, ma anti-infiammatoria.



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