Continuerà anche a Lecce, almeno fino al all’11 maggio prossimo, il rinvio delle udienze sia penali che civili. È l’effetto della decisione adottata dal Consiglio dei Ministri, a seguito della seduta del 6 aprile scorso. Dunque, si tratta di una proroga dei termini stabiliti in precedenza, a causa del persistere dell’emergenza sanitaria legata al rischio contagio da covid-19.
Il provvedimento prevede lo spostamento, dal 15 aprile all’11 maggio, del termine riguardante il rinvio d’ufficio delle udienze dei procedimenti civili e penali pendenti presso tutti gli uffici giudiziari.
Non solo, poiché il decreto prevede la sospensione del decorso dei termini per il compimento di qualsiasi atto dei procedimenti civili e penali (indagini preliminari, adozione di provvedimenti giudiziari e deposito della loro motivazione, proposizione degli atti introduttivi del giudizio e dei procedimenti esecutivi, impugnazioni e, in genere, tutti i termini procedurali).
Si intendono altresì sospesi, per la stessa durata, i termini per la notifica del ricorso in primo grado innanzi alle Commissioni tributarie. Una decisione, quella del Consiglio dei Ministri, che ha trovato il consenso dell’Ordine degli Avvocati, considerando l’impossibilità attuale, di celebrare regolarmente i processi. Anche se i legali chiedono quanto prima, un intervento e delle linee guida, del Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, per regolamentare l’emergenza da covid-19 anche nei prossimi mesi. Ricordiamo, che nel primo decreto del 7 marzo scorso, veniva specificato come il rinvio dei processi fosse a discrezione dei capi degli uffici giudiziari.
Il provvedimento del 6 aprile scorso del Consiglio dei Ministri, intanto, ha aperto un dibattito interno nel mondo dell’avvocatura, sulla necessità o meno di estendere le nuove, seppur forzate modalità, di celebrazione dei processi ad un periodo più lungo.
Ricordiamo che attualmente, le udienze che non possono essere rinviate d’ufficio si stanno celebrando perlopiù in modalità telematica e “da remoto”, con collegamenti in video-conferenza, dunque, senza la presenza fisica in aula degli avvocati. La maggior parte dei legali, vorrebbero però tornare quanto prima (emergenza coronavirus permettendo) alle modalità “tradizionali”, previste dalla legge.
