Corpus Domini, dalla visione della suora al miracolo di Bolsena

Dalla visione di una suora di Liegi, la beata Giuliana di Retìne, al miracolo eucaristico di Bolsena. La storia e le origini del Corpus Domini, una delle solennità più sentite a livello popolare.

corpus domini

Il Corpus Domini è una delle solennità più sentite dai fedeli. Vuoi per il suo significato, che richiama la presenza di Cristo nell’Eucaristia, vuoi per le celebrazioni della ricorrenza in cui si mescolano fede e tradizione popolare. Le processioni, con l’ostia consacrata racchiusa in un ostensorio e ‘protetta’ da un baldacchino a ricordare Gesù che percorre le strade dell’uomo, sono accompagnate da preghiere e devozione. Nel Salento sono noti gli altarini, realizzati con drappi, fiori e tessuti ricamati artigianalmente.

Non ha una data precisa sul calendario, è una ‘festa mobile’. Se in molti paesi si celebra il giovedì dopo la Santissima Trinità, in altri il giorno festivo di precetto si trasferisce alla seconda domenica dopo la Pentecoste. Dopo la riforma del rito ambrosiano, promulgata dall’Arcivescovo di Milano il 20 marzo 2008, molte diocesi hanno ‘ripristinato’ la festa il giovedì, lasciando la processione la domenica.

Dopo la nascita, la passione e la morte, la resurrezione, l’ascensione al cielo, la Chiesa contempla con il Corpus Domini la presenza reale di Gesù nel mondo riscattato dal peccato e dalla morte, il trionfo del mistero della salvezza e la misteriosa presenza divina nel sacramento dell’Eucaristia. In sostanza, rievoca la liturgia della Messa in Cena Domini del Giovedì santo.

Le origini nel Medio Evo, in Belgio

Le origini della festa devono essere cercate in Belgio, a Liegi. Era il 1208, quando una ragazza Giuliana di Retìne, che sarebbe diventata suora, ebbe una visione. La Chiesa le sarebbe apparsa con le sembianze di una luna piena con una macchia scura al centro, segno che mancava una celebrazione. Accadde di nuovo, nel 1208. Questa volta Cristo stesso le sarebbe apparso per chiederle di adoperarsi per far istituire la solennità del Santissimo Sacramento. È ciò che fece con insistenza da quando, nel 1222, divenne priora del convento di Mont Cornillon, invocando in particolar modo il vescovo di Liegi, Roberto de Thourotte. Questi nel 1246 convocò un concilio ordinando la celebrazione della festa del Corpus Domini dall’anno successivo, perché a quell’epoca i vescovi avevano la facoltà di istituire nelle loro diocesi delle festività.

Papa Urbano IV e il miracolo eucaristico di Bolsena

Si deve a papa Urbano IV l’estensione della solennità a tutta la Chiesa con la bolla Transiturus dell’11 agosto 1264. All’anno prima, nel 1263, risale il Miracolo di Bolsena. Un sacerdote boemo, di ritorno da un pellegrinaggio a Roma per pregare sulla tomba di Pietro, stanco del viaggio, si fermò al Bolsena. Stava celebrando Messa nella Grotta di Santa Cristina., quando nel momento di spezzare l’Ostia consacrata fu attraversato dal dubbio della presenza reale di Cristo. Quando dall’Ostia uscirono alcune gocce di sangue la risposta alle sue perplessità fu chiara. Il miracolo fu immortalato anche da Raffaello nel 1512.

La voce del prodigio si sparse rapidamente raggiungendo Orvieto. Papa Urbano IV che si trovava lì fu inviato sul posto per verificare quanto accaduto. Riconosciuto il miracolo eucaristico, istituì come festa di precetto la solennità del Corpus Domini estendendola con una bolla papale alla Chiesa universale.

Il sangue macchiò il bianco corporale di lino, conservato nel Duomo di Orvieto e alcune pietre dell’altare custodite ancora oggi nella basilica di Santa Cristina.



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