Poco meno di due mesi, il 2 ottobre 2014, ha dovuto subire una vile e violenta aggressione che gli costò una ventina di giorni di prognosi e tanta tanta paura. Lui non si è arreso ha continuato a credere nel suo sogno ed è andato dritto per la sua strada, sicuro che la giustizia e il lavoro avrebbero pagato prima o poi.
È la storia di Luigi Rosato, il povero giovanissimo arbitro che fu aggredito da terra con calci e pugni subito dopo la partita tra Atletico Cavallino e Cutrofiano. Il match balzò agli onori della cronaca per l’aggressione, ma soprattutto per le dichiarazioni agghiaccianti del presidente della squadra padrona di casa. Il ragazzo riportò un trauma cranio-facciale alla gamba e ad una spalla e fu subito accompagnato al “Vito Fazzi” di Lecce.
Per lui arrivò una parziale rivincita con il provvedimento di Daspo che raggiunse i protagonisti della vicenda, i suoi due aggressori ed il presidente del Cavallino. Ora, però, è arrivato un riconoscimento ancor più importante. Il 17enne è stato, infatti, invitato ad arbitrare al torneo intitolato “Legalità…tutti vincenti”, svoltosi a Roma e organizzato dal Viminale.
Davanti a un giovanissimo pubblico di 500 bambini delle scuole calcio ed alla presenza di numerose autorità – tra cui il ministro dell'Interno Angelino Alfano, anche nei panni di calciatore – si è tenuto l’incontro quadrangolare tra magistrati e parlamentari a scopi totalmente benefici e di promozione dei valori della legalità, del rispetto e dell'educazione.