Dopo i fatti di Trepuzzi, il Centro antiviolenza Renata Fonte presenta i dati ‘Oggi ci sentiamo sconfitte, ma andiamo avanti’

Il centro Antiviolenza “Renata Fonte”con la sua presidente Maria Luisa Toto e l’assessora comunale alle Pari Opportunità Silvia Miglietta,ha presentato il report semestrale da gennaio a giugno 2018, all’indomani dell’uxoricidio a Trepuzzi.

Intrisa di rabbia e rammarico è stata la conferenza stampa che oggi si è tenuta presso l’Open Space di Palazzo Carafa in Piazza Sant’Oronzo a Lecce. A presiedere l’evento, vi erano l’assessora comunale alle Pari Opportunità Silvia Miglietta e la Presidente del centro Antiviolenza “Renata Fonte” Maria Luisa Toto.

L’incontro era in programma da giorni per la presentazione del rapporto semestrale gennaio/giugno 2018, sulla base delle attività messe in atto dal Centro contro la violenza, i maltrattamenti, lo stalking. Il caso ha voluto che il giorno precedente a quello fissato per l’incontro con i giornalisti, il Salento venisse scosso dall’ennesimo caso di femmicidio.

Uniscono le loro voci e le loro forze Silvia Miglietta e Maria Luisa Toto che, dopo il triste accaduto della donna uccisa a coltellate dal marito a Trepuzzi, si mobilitano e scalpitano affinché la vicenda riesca a smuovere gli animi della popolazione e soprattutto di chi fa le leggi “La normativa esiste, ma bisogna applicarla, si devono istituire quelle strutture capaci di creare un muro di gomma attorno alle donne impaurite in modo che siano protette sotto tutti i punti di vista, non si può più parlare si deve agire”.

E’ un messaggio forte e chiaro quello che è stato trasmesso. Dopo tante iniziative di sensibilizzazione, ci si sente afflitti e avviliti all’accadere di certe tragedie, confermando che determinate credenze e modi di pensare non siano stati per niente superati. “Una donna non si salva restando in casa e subendo i soprusi del marito, se accade una cosa del genere le forze dell’ordine devono soccorrere subito e le donne non devono tornare in casa prima che quell’uomo violento e affamato di potere non sia sparito dalla circolazione e sia uscito fuori dalla sua vita” Esclama ancora una volta Maria Luisa Toto.

La morte di questa donna è stata un pò la morte di tutte, ma questo non deve arrestare l’irrefrenabile lotta all’affermazione della donna e alla parità di genere. Bisogna portare avanti la battaglia, perché basta salvare la vita a una sola donna per vincere la guerra.

I dati

Il centro Antiviolenza “Renata Fonte” di Lecce, nel corso del primo semestre 2018 ha raccolto 144 richiete di aiuto per reati e maltrattamenti in famiglia, di stalking e di violenza sessuale.

“Si sta abbassando la soglia dell’età delle vittime di violenze sia psicologiche che sessuali, molte di loro hanno appena compiuto 18 anni” ha spiegato la presidente “Bisognerebbe agire già dai primi segnali della violenza per colmare quei gap culturali che si vengono a creare già dai primi anni scolastici. Bisogna educare al rispetto e alla parità di genere e poi fare una profonda sensibilizzazione sulla cultura dell’amore anziché dell’odio”.

Il contatto è avvenuto per il 40% dei casi attraverso il numero verde nazionale 1522, per il 25% attraverso la visibilizzazione grazie al sito internet e il passaparola, per il 25% su invio dei servizi e per il 10% attraverso gli incontri di prevenzione svolti nelle scuole.

Il 68% delle donne che hanno contattato il Centro Antiviolenza ha richiesto la presa a carico, il 12% ha dichiarato di non voler denunciare ma di voler usufruire di colloqui di sostegno, il 20% ha richiesto informazioni ma non ha preceduto alla presa in carico.

Il 92% delle donne dichiara di aver subito violenza da parte del partner o ex partner e solo l’8% da parte di conoscenti o estranei.

Le donne che si rivolgono al centro continuano ad essere di tutte le età e cioè tra i 18 ed i 70 anni e il fenomeno della violenza continua ad essere trasversale.

Il 25% delle donne che si sono rivolte al centro hanno un’occupazione; il 35% non è produttrice di reddito, il 30% ha un’occupazione precaria e il 10% non dispone di risorse economiche, in quanto il partner le ha impedito di gestire lo stipendio.

Le iniziative

Dotare il Centro di una Casa Rifugio (ad indirizzo segreto) per l’ospitalità delle donne che decidono di sottrarsi alla situazione di violenza in cui vivono e garantire una adeguata situazione abitativa alle donne vittime di violenza e ai loro figli, ad esempio, attraverso la previsione, nei bandi di assegnazione di alloggi, di un punteggio adeguato per le donne che seguono un percorso di uscita dalla violenza.

di Giulia Greco



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