Davanti alla Prefettura va in scena la nuova protesta dei lavoratori della Scarlino

Nella mattinata di oggi, in Via XXV Luglio, nuova manifestazione degli operai della ditta di Taurisano che chiedono maggiore chiarezza circa il loro destino futuro. Le sigle sindacali ricevute dal Prefetto.

Non sarà certo il gran caldo a fermare la richiesta di diritti da parte dei lavoratori, vera e propria parte lesa nella vicenda che ci si appresta a raccontare. Piuttosto comprensibile, soprattutto davanti alla visione delle 70 famiglie che versano nella disperazione assoluta a causa di un futuro incerto, aleatorio, confusionario.

Ormai di storie legate alla crisi economica se ne ascoltano tante. Imprenditori italiani che per via della burocrazia, unitamente alla tassazione spropositata, decidono di trasferire la produzione in paesi esteri. Conveniente, meno dispendioso, forse anche più lucrativo. Ragioni comunque non digeribili dai dipendenti che, di fronti a scenari del genere, protestano a voce alta.
Ad esempio, stamattina gli operai della ditta “Scarlino” di Taurisano (noto salumificio del Salento) sono in presidio sotto alla Prefettura di Lecce. Le sigle sindacali, ricevute dal Prefetto, chiedono quantomeno che venga fatta chiarezza.

Durante l’apposito sit-in, i diretti interessati hanno distribuito alcuni flyers al fine di sensibilizzare la cittadinanza. Nel volantino v’è scritta una crono-storia riassuntiva della faccenda:  viene fermata prima la produzione a Taurisano per un buon 80% (sebbene, contrariamente a quanto sostenuto dai vertici aziendali, gli impiegati scommettono sul 100%) per trasferire tutto in Polonia, nel cui sito si lavora a regime.

La ditta “deve assumersi le proprie responsabilità – si legge – e le istituzioni devono intervenire. A rischio c’è la perdita del lavoro e della dignità”.

Parlando con una delle persone presenti al presidio, ci vengono rivelate anche le richieste generali. Basterebbe mantenere almeno il 20% della produzione a Taurisano per proseguire, ancora un anno, col contratto di solidarietà. Misura che, attualmente, viene alternata assieme alla cassa integrazione ordinaria per garantire agli impiegati la minima sussistenza finanziaria. Qualora, però, il procedimento dovesse viaggiare nelle sedi polacche al 100% – eventualità non confermata, ma molto temuta – si passerebbe man mano alla cig straordinaria, mobilità e via dicendo.

Trafile rette da ammortizzatori sociali, ma senza piani d’investimento “ad hoc”. E invece, le sigle pretendono proprio questo.

Maggiori dettagli però, circa gli esiti della riunione nelle sale di via XXV Luglio (già annunciata lo scorso 10 luglio dopo una protesta a ridosso della sede operativa della “Scarlino” e, più avanti, nell’altra col vice-sindaco) verranno comunicati nelle prossime ore con degli aggiornamenti.



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