Eutanasia, Puglia prima regione in Italia con una delibera che regolamenta il suicidio assistito

La Puglia ha deliberato sul fine vita in accordo con la sentenza della Corte costituzionale che individua le condizioni per accogliere tale richiesta.

Non è ancora arrivata una legge nazionale sul fine vita, un tema molto delicato ma di grande attualità, e la Regione Puglia anticipa l’Italia. Con una delibera approvata lo scorso 18 gennaio, la Regione Puglia è la prima in Italia a regolamentare il fine vita, adeguandosi a quanto espresso dalla Corte costituzionale.

Nel caso un paziente dovesse fare richiesta di suicidio medicalmente assistito, sarà il Comitato etico del Policlinico di Bari l’organo territorialmente competente a deliberare esito positivo o negativo sulla richiesta.

La sentenza della Corte costituzionale

Risale al 2019 la sentenza della Corte costituzionale che riteneva “non punibile chi agevola l’esecuzione del proposito di suicidio” a patto che siano rispettate alcune condizioni. In particolare, un paziente può fare richiesta e ottenere il suicidio medicalmente assistito, come stabilito dalla sentenza, se si verificano alcune condizioni: il paziente è “tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitali (quali, ad esempio, l’idratazione e l’alimentazione artificiale) e affetta da una patologia irreversibile, fonte di intollerabili sofferenze fisiche o psicologiche, ma che resta pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli”.

La sentenza anticipa largamente l’approvazione di una legge nazionale, che per adesso non sembrerebbe vicina.

Il referendum bocciato dalla Corte

Era stata l’Associazione Luca Coscioni a porre uno dei quesiti referendari sul fine vita, senza però ottenere riscontro favorevole da parte della Corte costituzionale. Il quesito prevedeva la depenalizzazione dell’omicidio del consenziente con le dovute eccezioni (in caso di un minore). Parere negativo da parte della Corte costituzionale che ha evidenziato come, in questo modo, non ci sarebbe la tutela minima della vita prevista costituzionalmente.

Intanto, non è mancato il commento di Marco Cappato sulla delibera della Regione Puglia, evidenziando alcune criticità. Nella delibera, infatti, non si legge nessun termine ultimo per esprimere un parere sulla richiesta del malato e la paura è quella che i tempi siano eccessivamente diluiti, prolungando la sofferenza di chi presenta tale richiesta.



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