Disagio abitativo a Lecce, Sunia «la situazione è¨ grave, il sindaco intervenga»

Sunia e Cgil all’unisono ‘Se il Sindaco vuole tutelare il diritto alla casa delle famiglie in difficoltà ora ha gli strumenti per farlo. Inascoltata la nostra richiesta di un tavolo’.

Ancora una volta Cgil e Sunia intervengono per rappresentare all’Amministrazione comunale di Lecce la gravità della situazione locativa che esiste in città richiedendo l’attivazione di un tavolo di concertazione e di confronto improntato sulla legalità e trasparenza per risolvere il problema sociale dell’abitare.
“Ricordiamo al Sindaco di Lecce – scrivono dal sindacato – che oggi, se vuole tutelare le famiglie bisognose e il loro diritto a una casa dandosi delle regole, grazie al disegno di legge numero 21 del 23 dicembre 2013 regionale ha gli strumenti per farlo. Si spera che non occorra sottolineare ulteriormente l’importanza della richiesta, atteso che l’emergenza abitativa in città, in questi ultimi tempi, ha raggiunto livelli preoccupanti”.

Eppure, nonostante le numerose richieste di incontro inoltrate al Comune di Lecce, non ultimo in Prefettura, l’organizzazione sindacali che tutela il diritto abitativo lamenta l’assenza di risposte da parte dell’Amministrazione. Un Tavolo istituzionale che “dovrebbe avere come obiettivo principale la messa in campo di un’operazione di legalità, trasparenza e socialità capace di alleviare le sofferenze abitative di una città come Lecce candidata a capitale europea della cultura e non a “capoluogo degli sfratti” proseguono dal sindacato.

È di questi giorni, inoltre, la protesta sollevata da circa 600 famiglie affittuarie delle case comunali cosiddette ex Magno, che si vedono recapitare l’aumento del canone di locazione  “in maniera a nostro avviso illegittima in quanto le abitazioni di proprietà comunale versano in condizioni di degrado e di abbandono al limite della sicurezza e dell’agibilità” scrivono Mario Vantaggiato del Sunia e Antonella Cazzato di Cgil. “Sarebbe auspicabile – proseguono – prima di chiedere gli aumenti al fine di fare cassa che intervenisse attraverso opere di ristrutturazioni e messa in sicurezza degli immobili”.

Si lamenta, poi, che il Comune di Lecce ancora oggi non si sia dotato di un “piano casa” che possa stabilire gli obiettivi da raggiungere in relazione alle diverse forme di disagio estremo e, fissarne i modi e i tempi di attuazione unitamente alla costituzione di un’agenzia “delle locazioni” che possa acquisire informazioni  concrete in merito alle necessità dei cittadini. “Va ricordato – proseguono Vantaggiato e Cazzato – che l’emergenza abitativa è diventata esplosiva anche e soprattutto a causa della crisi occupazionale che sta investendo centinaia di famiglie tanto da far aumentare la domanda di assegnazione di alloggi popolari in maniera esponenziale considerando che sono circa 1.400 le istanze presentate al Comune di Lecce per l’assegnazione di un alloggio popolare”. Va da sé che, a fronte di una domanda sempre più alta, le unità abitative che l’Amministrazione comunale può assegnare agli aventi diritto da anni in lista d’attesa potrebbero risultare insufficienti. “Pensiamo che sia prioritario reperire  suoli pubblici da destinare alla costruzione di ulteriori alloggi per soddisfare nuovi e crescenti bisogni abitativi – propongono dal sindacato – così come crediamo che sia altrettanto urgente intervenire attraverso la ristrutturazione di edifici dismessi da trasformare in mini appartamenti da affittare a canone concordato”.



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