
La storia che raccontiamo oggi è una storia che tocca particolarmente e che ci gira l’Associazione Anna e Valter, chiedendo aiuto alla community di Leccenews24. È la storia di una donna non italiana, con due bambini a carico, che lavora con regolare contratto di assunzione. Purtroppo un po’ di settimane fa, ormai diventate troppe, è stata sfrattata dalla sua abitazione. Nessun problema di morosità, anzi. Parliamo di una donna puntuale nei pagamenti. Il problema era la destinazione d’uso dell’immobile. I proprietari volevano farne una casa vacanze, così non le hanno rinnovato il contratto di affitto. Dove andare allora con due bambini al seguito? Come fare? Per il momento ha affrontato questa problematica affittando una camera con bagno in un bed and breakfast della città, ma la situazione è economicamente insostenibile. Per chi ha uno stipendio di 1.200,00 euro è impossibile pagare 1.000,00 euro al mese di affitto. Bisogna cercare una soluzione, un piccolo appartamento che sia in linea con la sua disponibilità. Ricordiamolo, non si chiede una residenza gratuita, ma una casa con il giusto prezzo di locazione. Eppure in questi giorni di ricerca la situazione non è stata così priva di ostacoli. Anzi…Tante, troppe le porte sbattute in faccia. Un contratto di lavoro a tempo determinato e il suo essere straniera evidentemente non rappresentano una garanzia adeguata per chi una casa da affittare ce l’avrebbe. Come fare allora? Possibile che la rete umanitaria si debba interrompere in questo modo? Cosa si può fare?
“Giovedì sera squilla il cellulare – ci racconta Alfredo Fiorentino, presidente dell’Associazione Anna e Valter -. Una comunità di lecce che conosce il nostro operato ci chiede una mano, una mamma straniera con due figli che frequentano le scuole a Lecce aveva bussato alla loro porta in cerca di aiuto, una persona seria, lavoratrice con un contratto di lavoro ma senza una casa, perché cacciata dalla vecchia abitazione perché doveva diventare un bed and breakfast; così l’estremo gesto per non lasciare i figli in mezzo ad una strada: adesso vive in un b&b pagando quasi 1.000 euro al mese, come potete ben capire con il suo stipendio di 1.200 euro quasi tutto speso per avere un tetto sotto la testa. Così non va bene, così non si può continuare; parliamo di una persona in regola, che non può esser gestita da strutture sociali ma sicuramente dal buon cuore di qualcuno. Ad oggi purtroppo nessuno ha fatto il passo in avanti, da tre giorni cerchiamo come associazione di aiutarla, svariate agenzia e centinaia di chiamate, ma quasi tutti quando sentono parlare di stranieri o di famiglie voltano le spalle, come se questa donna debba pagare per tutti i raggiri fatti da altri. E non voglio parlare di discriminazione razziale, anche se in dosi piccole c’è, esiste ed è sbagliato negare. Veramente rabbrividisco per quello che ho visto e sentito in questi giorni. Rabbrividisco in quanto cittadino leccese, rabbrividisco per quella mamma e per quei bambini. Da qui nasce il mio appello: chi ha voglia di aiutarla insieme ai suoi figli, senza pensare a discriminazioni o alle proprie tasche, pensi che a volte ci sono persone serie, che fanno sacrifici continuamente per crescere i propri figli, ancor di più soli e fuori dal proprio Paese. Rendiamo la parola ‘integrazione‘ veramente inclusiva: chi può affittare una casa a questa donna lo faccia, lei è una persona che ha il diritto di sentirsi a casa nella nostra Lecce.
Per informazioni utili potete contattarci sul numero 389.9487226’.