L’apertura del tabernacolo dove è custodita l’eucarestia come se fosse la porta della casa di viale Taranto in cui morirono i due clochard Dino e Veronica nel mese di gennaio scorso. Il parroco ha fatto disporre una grande foto sull’altare che ritrae la fatiscente struttura che ha inghiottito i due malcapitati. Per non dimenticarli, soprattutto a Pasqua
Che strano altare quello allestito a Santa Maria della Pace, tutti lo hanno guardato, ma solo pochi hanno scorto in quella fotografia posta sul tabernacolo l’architettura familiare di una casa tristemente nota nella quale sono stati ingoiati dal pavimento due nostri concittadini.
Lo ha spiegato chiaramente, al termine dell’omelia, il parroco don Simone Renna che tre mesi fa celebrò i funerali dei suoi sfortunati parrocchiani, Dino Martina e Veronica Piggini. La porta del tabernacolo coincide visivamente con l’ingresso di quella casa fatiscente in cui i due trovarono la morte nell’indifferenza generale. L’ultimo a vederli vivi fu proprio il parroco che andò a trovarli la sera della vigilia di Natale per fare gli auguri e portare qualche dono. Poi più nulla fino alla triste scoperta dei cadaveri dopo settimane che si trovavano al di sotto del piano di calpestio di quel tugurio chiamato casa.
E allora per la Pasqua di resurrezione il “sepolcro”, davanti al quale migliaia di fedeli si sono fermati a pregare ieri sera fino a notte fonda, è diventato simbolicamente la casa di Dino e Veronica. La commozione della gente accorsa in Chiesa è stata particolarmente forte, e anche quella dei tanti bambini presenti e raccolti in preghiera davanti a una tragedia che hanno compreso perfettamente anche loro.