E’ ufficiale, il gasdotto approda a San Foca. La Puglia non ha trovato un sito diverso

La Trans-Adriatic Pipeline dalla frontiera greco-turca attraverserà Grecia e Albania e approderà in Italia, passando per il Salento e la marina di San Foca. Tutto deciso, tardivo il ‘no’ della Regione.

La notizia non c’è, nel senso che l’approdo del gasdotto a San Foca, splendida marina di Melendugno, era scritto già da tempo e oggi si è semplicemente preso atto che dinanzi all’interesse nazionale, i territori periferici che litigano ma non sono in grado di dare risposte certe, concrete e alternative sono destinati mestamente a soccombere. Le parole amare di Nichi Vendola, governatore uscente della Puglia, appaiono per certi versi tardive. "Il governo ha approvato il progetto del gasdotto Tap con approdo a Melendugno nonostante il diniego della Regione Puglia", così il leader di Sel al termine dell’incontro a Palazzo Chigi in cui ha dovuto prendere atto di decisioni per certi versi scontate.

La Puglia non è stata in grado di offrire al Governo Italiano un approdo diverso da quello di Melendugno, pertanto il gasdotto non solo si farà – come è ovvio che si facesse; troppo importante, infatti, l’interesse nazionale per l’opera considerata altamente strategica – ma passerà per la bellissima marina di Melendugno, San Foca – quand’anche Tap prometta un impatto ambientale vicino allo zero.

Matteo Renzi oggi ed Enrico Letta ieri, che qualcuno cerca di far passare per i colpevoli di turno, ovviamente non c’entrano nulla e in più di una occasione si erano dimostrati disponibili ad ascoltare la voce del territorio, a patto che si fosse indicato loro un approdo – un approdo vero, però e non un approdo sulla carta, un approdo a parole – diverso dalla marina salentina.

Il fatto è che è prevalsa al solito, non essendosi realizzata alcuna concertazione e alcuna strategia politica, la sindrome del nimby: tutto è bello, tutto è buono…purchè lo si faccia lontano da casa mia, lontano dal mio giardino.

I tentativi tardivi della Regione Puglia di chiamare al tavolo i comuni interessati e di ascoltare la loro voce non sono serviti, appunto perché espletati troppo in ritardo. Sarebbe stato opportuno presentarsi al tavolo del Ministero con una sede diversa, con una disponibilità raccolta, magari in territori già impattati che avrebbero potuto offrire il loro assenso a patto di una bonifica dell’intera area e per certi versi di una riconversione. Nulla, purtroppo. Il Sindaco di Melendugno, Marco Potì, si è sgolato per far comprendere che il progetto Tap sarebbe potuto passare da un altro approdo, diverso da San Foca. Nulla, la sua voce non è giunta dove doveva arrivare.

Adesso non resta che sedersi al tavolo e discutere su come l’opera deve essere realizzata. A chi fa paura il tubo? dicono da Tap, nella loro campagna di informazione contro l’inutile allarmismo. Ecco, adesso c’è semplicemente da capire cose è il tubo, perché il tubo si farà. Bisognerà conoscerlo meglio questo tubo e soprattutto bisogna far conoscere meglio San Foca ed il Salento ai signori del tubo. Tutto qui.



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