Emergenza abitativa, l’associazione Codici Lecce propone un tavolo di lavoro per risolvere la crisi

Il Centro per i diritti del cittadino Codici Lecce, viste le vicende che interessano decine di leccesi ritrovatisi senza abitazione, dopo gli appelli caduti nel vuoto lancia la proposta dell’istituzione di un tavolo tecnico di lavoro per tentare di risolvere l’emergenza.

Torniamo a parlare dell’emergenza abitativa che sta attraversando Lecce e che ha trovato in questa calda estate dimora fissa tra le cronache cittadine.

Le storie che LecceNews24 vi ha raccontato nel corso delle ultime settimane sono davvero tante, anzi troppe, e che hanno per protagonisti tutti cittadini alla disperata ricerca di una soluzione ai loro gravi problemi: ci sono i due coniugi leccesi che, sfrattati, dapprima si sono posizionati in prossimità della Chiesa di San Pio, per poi mettere dimora davanti l’ingresso del Comune di Lecce a Palazzo Caraffa; poi si trova la storia di Ugo Mennuni, il 70 anni, costretto a vivere nella sua automobile neei pressi di Viale Giovanni Paolo II.

E poi ancora ci sono le storie seguite da vicino dall’associazione ‘Codici Lecce’, il Centro per i Diritti del Cittadino, che sta monitorando di ora in ora le vicende di di Piero Scatigna e della signora Laura Critelli.

Il primo, dopo aver subito uno sfratto per morosità, ha dovuto separarsi per nove mesi da moglie e figlie, di 10 e 8 anni, sistemate provvisoriamente a casa di parenti, e per lungo tempo ha dormito nella sua auto affrontando ogni condizione e numerose aggressioni notturne.

L’uomo dal primo settembre dovrà lasciare l'abitazione presa in locazione per qualche settimana a San Cataldo e per lui si riproporrà la prospettiva inquietante di separarsi ancora una volta dai propri affetti e tornare a dormire in automobile.

La signora Laura Critelli, invece, è ormai in procinto di finire a dormire anche lei nelle propria vettura. Dopo essere finita per strada, infatti, si era sistemata per qualche notte presso l'alloggio popolare assegnato al marito, dal quale è da tempo separata, ma l’abitazione è troppo umida e le sue precarie condizioni di salute rischiano di aggravarsi.

‘Tutti gli appelli alle istituzioni locali sono caduti nel vuoto – commentano da Codici Lecce. Mai ricevuta alcuna risposta concreta per entrambi i casi, nonostante gli interessamenti dei media, del Quirinale, della Senatrice del Movimento 5 Stelle Daniela Donno e di tanti altri.

‘Occorre intervenire subito per far fronte alle emergenze – chiosano dall’Associazione – perchè questa inerzia è un pessimo biglietto da visita per la città e non è degna di una Paese civile.

Cosa propone allora Codici Lecce? Come realizzato altrove con successo, chiediamo  l'istituzione di un tavolo di lavoro stabile e permanente, a cui partecipino il Comune di Lecce, la Prefettura, le associazioni e rappresentanze locali interessate nonché altri soggetti pubblici e privati che intendano dare il proprio contributo. Un tavolo che individui e metta da subito a disposizione quegli edifici del patrimonio comunale e di altri soggetti pubblici o privati al momento inutilizzati e/o vuoti da tempo, da dedicare alla riprotezione abitativa dei nuclei familiari in disagio estremo’.

‘Si può adottare un protocollo d'intesa – prosegue l’avvocato Stefano Gallotta –  che preveda forme di concessione transitorie d'uso degli immobili, con la responsabilizzazione degli ospiti attraverso la copertura economica delle utenze e di altri costi sostenibili a loro carico, l'utilizzo e la cura degli spazi comuni, la condivisione abitativa di alloggi quando occorra, la manutenzione e il decoro degli spazi esterni, il coinvolgimento attivo dell'associazionismo e del volontariato’, conclude.



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