Il coronavirus fa paura ma l’emergenza è un’altra, boom di casi di morbillo in Salento

Si parla tanto del coronavirus e poco della vera emergenza che ha colpito il Salento. Aumentano i casi di ricovero per morbillo, soprattutto tra giovani e adulti.

Non sono mancati nelle scorse ore degli allarmismi generati da messaggi fuorvianti. È il coronavirus la nuova epidemia che sta terrorizzando tutti, paura in parte alimentata da timori infondati e messaggi whatsapp che hanno fatto il giro di tutte le chat. Se, da un lato, la notizia di un possibile contagio al Vito Fazzi di Lecce è stato categoricamente smentita dagli operatori, dall’altro, non mancano certo le emergenze, quelle vere.

È boom di contagi di morbillo, dicono alcuni dei dipendenti dell’ospedale salentino, un’impennata negli scorsi giorni che sta interessando non solo i bambini ma anche gli adulti. Visto l’aumento, quasi improvviso, di casi, sono stati predisposti degli spazi appositi per accogliere i pazienti affetti colpiti, con attenzioni diverse a seconda dell’età del malato. Per i bambini, infatti, che arrivano all’ospedale, il primo passo è quello di farsi visitare da un pediatra e solo dopo aver passato questa prima visita, si prosegue con la diagnosi dell’infettivologo. Per gli adulti, invece, si passa direttamente dall’infettivologo.

Solo nel mese di gennaio i casi di morbillo registrati sono 37, un vero e proprio focolaio in Salento, con un aumento imprevisto passato in sordina a causa delle fake news sull’epidemia cinese. Non sorprende, però, l’emergenza salentina che riflette un allarme morbillo ben più esteso. Secondo i dati Unicef, infatti, i casi negli scorsi anni sono aumentati (più che raddoppiati nel corso del 2018), con un bilancio pesantissimo di 140mila morti nel mondo. A preoccupare, poi, è anche la presenza del morbillo in Europa che in ben quattro paesi del vecchio continente è ricomparso in maniera aggressiva: Albania, Repubblica Ceca, Grecia e Regno Unito.

Il morbillo: facciamo chiarezza

Non si è fatto attendere il chiarimento da parte della Azienda Sanitaria Locale che ha registrato l’improvviso incremento di casi di morbillo soprattutto nei soggetti giovani-adulti. I primi sintomi, ricordano, sono simili a quelli di un raffreddore (tosse secca, naso che cola e congiuntivite), a cui si aggiunge una febbre che diventa sempre più alta. Solo successivamente compaiono dei puntini bianchi all’interno della bocca. Dopo 3-4 giorni, appare l’eruzione cutanea caratteristica (esantema), composta di piccoli punti rosso vivo, prima dietro le orecchie e sul viso, e poi su tutto il resto del corpo.

L’unico rimedio efficace rimane il vaccino. “La scoperta del vaccino e le evidenze scientifiche relative ai suoi benefici (negli USA è usato dagli anni ’70) hanno reso intollerabile accettare il peso delle complicanze della malattia e, dagli anni 90 le Autorità sanitarie italiane hanno deciso di promuovere la vaccinazione. Per una serie di motivazioni, tra cui la diffidenza alimentata da notizie prive di fondamento scientifico, l’adesione alla vaccinazione non ha raggiunto i livelli ottimali. Per questo motivo non è stato raggiunto l’obiettivo fissato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità di eliminare il morbillo dalla regione europea entro il 2020”.



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