Coronavirus, nessun ‘contagiato’ al pronto soccorso del ‘Vito Fazzi’ di Lecce

La notizia di un cinese contagiato dal Coronavirus e ricoverato all’Ospedale Vito Fazzi di Lecce è stata smentita dai medici del Pronto Soccorso. Era diventata virale su Whatsapp.

Il Coronavirus – l’epidemia partita dalla città di Wuhan (ora in quarantena) che ha causato circa 4.500 contagi in dieci paesi del mondo e 106 morti, tutti in Cina – sta terrorizzando tutti, ma un conto è tenere alta l’attenzione per contenere la diffusione del virus, un altro è creare inutili allarmismi. E in Italia, almeno per il momento, il pericolo non è concreto.

Il caso della cantante che si era sentita male dopo una tournee che aveva toccato anche la zona in cui si è diffusa la malattia è rientrato quasi subito, ma questo non ha impedito alla paura di continuare a correre, soprattutto sui mezzi di comunicazione non ufficiali. Per tutto il pomeriggio di ieri, di telefono in telefono, è rimbalzata una nota audio in cui si invitava tutti a stare lontani dal Pronto Soccorso dell’Ospedale Vito Fazzi di Lecce, dove si sarebbe presentato un cittadino cinese, rientrato da pochi giorni da Wuhan, con tutti i sintomi del temuto virus. L’uomo, raccontava la nota vocale, era stato ricoverato in quarantena per tutti gli accertamenti del caso.

Il messaggio è diventato talmente virale che la direzione sanitaria dell’ospedale Fazzi ha dovuto smentire categoricamente la notizia. O meglio precisarla. Era stato visitato, in effetti, un paziente appena rientrato dalla Cina, un insegnante di musica salentino. L’uomo, in viaggio con la cantante che ha fatto scattare l’allarme all’ospedale di Bari, si era recato spontaneamente al Pronto Soccorso senza sintomi ‘sospetti’ e solo per escludere un possibile contagio. Per questo è scattato il ‘protocollo di sicurezza’, ma dopo le verifiche del caso il responso è stato del negativo. Insomma, come nel caso del ‘gioco del telefono’, una notizia vera è stata ingigantita e ‘arricchita’ di dettagli fino a diventare una fake-news.

«È ora che si interrompano queste catene di Sant’Antonio che creano solo panico senza alcun fondamento di verità anche perchè a tutt’oggi le autorità sanitarie nazionali non hanno rilevato alcun caso neanche sospetto» ha dichiarato Giovanni D’Agata, presidente dello Sportello dei Diritti che ha verificato, personalmente, la notizia che stava circolando su WhatsApp.



In questo articolo: