Aria irrespirabile a Muro Leccese e Maglie, l’Arpa circoscrive l’area critica tra la fonderia di alluminio e il depuratore

Duro intervento del consigliere regionale Cristian Casili (M5S): “Nel gennaio 2020 sono stati sforati i limiti del PM2,5 per ben 13 volte. Ora servono controlli mirati”

“Ogni sera è sempre peggio! Ci sembra di essere a Chernobyl! Abbiamo tanta paura per noi e per i nostri figli. L’aria è irrespirabile e non sappiamo cosa stia accadendo perché malgrado tante sollecitazioni non succede nulla”.

Così aveva scritto a Leccenews24.it un gruppo di cittadini di Maglie negli scorsi mesi, segnalando una situazione pericolosa che rendeva l’aria irrespirabile a causa dell’emissione di fumi che sembravano tossici. Erano arrabbiati e al tempo stesso sfiduciati, perché malgrado le ripetute sollecitazioni a chi di competenza non riuscivano ad ottenere alcun riscontro.

Nei mesi successivi le cose non erano andate meglio. Particolarmente allarmanti erano stati i dati del PM2,5 i cui valori-limite erano stati superati per ben 13 volte nel solo mese di gennaio del 2020. Continui sforamenti si erano poi verificati anche nei mesi successivi.

Qualcosa, però, si è mossa grazie al senso civico di quei cittadini che non hanno mai smesso di far sentire la loro voce. Nell’incontro che si è svolto in videoconferenza il 21 aprile tra il Comune di Maglie e i tecnici di Arpa Puglia proprio in merito alla presenza di quei miasmi nei territori di Maglie e Muro Leccese, finalmente sembra che si sia circoscritta l’aria di indagine sulla quale si potrenno avviare i controlli. Non dovrebbero, infatti, tardare i monitoraggi sugli impianti interessati che sembrano essere i responsabili delle emissioni odorigene.

Al centro dell’attenzione dell’Agenzia Regionale per la Prevenzione e la Protezione Ambientale ci sarebbero la fonderia di alluminio di Muro Leccese e il depuratore di Maglie, ma l’Arpa non esclude il contributo di singoli focolai costituiti dalla combustione di piccole biomasse legnose e altri materiali, i famosi roghi a cielo aperto che purtroppo, però, sono presenti in maniera quasi uniforme su tutto il territorio salentino.

Sul tema interviene il consigliere regionale del M5S, Cristian Casili che da più di un anno sta seguendo con attenzione la vicenda.

Cristian Casili

«Finalmente è stata svolta un’attività di indagine – scrive il pentastellato – sulla base delle segnalazioni dei cittadini e dei dati delle centraline che avrebbe portato ad individuare come potenzialmente critica la zona a sud-est di Maglie, al confine con Muro Leccese. Considerata la concentrazione delle emissioni in questa determinata zona sembra quasi certa la loro origine industriale anche perché l’eventuale contributo della combustione da biomasse dovrebbe essere al più considerata quale fattore cumulativo visto che il fenomeno è particolarmente diffuso su tutto il territorio regionale. Ora non c’è più tempo da perdere; alla ripresa dell’attività produttiva Arpa si è impegnata ad effettuare rilievi direttamente al camino della fonderia di alluminio. Vigileremo perché sia fatto entro tempi certi. Ritengo che sia indispensabile anche ampliare la rete di monitoraggio, magari attraverso la predisposizione di punti di monitoraggio mobili posti in prossimità degli impianti interessati e soprattutto garantire la massima trasparenza e pubblicità di tutti i dati di controllo e la partecipazione dei comitati dei cittadini che non sono stati ammessi a partecipare all’ultimo incontro con Arpa. Con questa finalità ho proposto e fatto stanziare dalla Regione Puglia 270mila euro proprio per realizzare e sviluppare sistemi informatici interoperabili per l’elaborazione e la gestione dei dati ambientali derivanti dalle attività di controllo».