Festa di Sant’Oronzo? No, grazie! I commercianti danno battaglia

Pochi sembrano attendere ancora la festa dei Santi patroni, la maggioranza dei leccesi è stanca di bancarelle e caos. I commercianti non ci stanno e pregano che passi presto la tre giorni di festeggiamenti civili.

La festa patronale a Lecce è un tantino fuori moda, lo abbiamo già scritto qualche giorno fa e continuiamo a registrare segnali che ci danno conferma della nostra tesi. Un tempo era attesa come un momento di vera festa e di divertimento, oggi è vista addirittura con fastidio. Facciamo l’elenco dei problemi: il traffico, il caos parcheggi, i problemi di decoro urbano, i cumuli di rifiuti, gli odori talvolta nauseabondi, insomma tutto il corredo, visibile ed invisibile, che molti leccesi vorrebbero evitare. In primis, i commercianti ai quali la festa non porta nulla, anzi toglie.

Vedi Sergio, noto edicolante leccese, che lamenta il fatto di dover essere coperto dalle bancarelle per ben tre giorni. “A noi che operiamo in silenzio e rigore tutto l’anno non pensa nessuno, ci dice in maniera molto decisa”.

Dello stesso avviso Antonio, titolare di un negozio in centro, che ricorda l’utilità della festa fino a qualche anno fa, ma adesso verifica la sua inadeguatezza ai tempi. “La città tornava finalmente a riempirsi a Sant’Oronzo, oggi invece è sempre strapiena di residenti locali e forestieri, a che serve e a chi serve la festa fatta in questo modo? Non cerchiamo intrattenimenti perché ce ne abbiamo già, non cerchiamo gastronomia perché ne abbiamo fin troppa, non cerchiamo affari, perché già li facciamo con i turisti, a noi ci penalizza e basta”.

Antonella, commerciante leccese, è ancora più dura: “le bancarelle sono fuori dal tempo, sono anacronistiche e inutili, la vera festa è quella religiosa, basta cianfrusaglie”.

Il sentimento è unanime e diffuso. I leccesi stessi non gradiscono più il corredo festifero di Sant’Oronzo. Restano i più anziani e i malinconici, solo loro. I giovani, nemmeno a  parlarne, non sanno cosa era prima la festa e quindi non hanno alcuna nostalgia da coltivare. La stessa querelle sulle luminarie è un segno inequivocabile della disattenzione e della disaffezione verso la festa patronale a Lecce. Sarebbe bello, invece, vivere la devozione in maniera seria e autentica, senza tutto il resto di cui un giorno o l’altro, siamo certi, faremo tutti a meno.



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