Undici novembre non è solo una data sul calendario dedicata ad uno dei santi più venerati in Occidente. Nel Salento, San Martino è un appuntamento storico, carico di tradizione, di magia, di ritualità. Una festa che ha sempre gli stessi sapori, quelli di una volta. C’è il vino novello, c’è la carne di maiale, ci sono le caldarroste e il camino acceso, ma quest’anno, in piena pandemia, dovrà mancare l’ingrediente che ha reso celebre questa ricorrenza: la compagnia. Non c’è un divieto, anche nell’ultimo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, limitare le cene tra non conviventi è solo «fortemente raccomandato», ma il buon senso impone di evitare con la curva dei contagi che è tornata a crescere e il numero dei positivi a preoccupare. A sconsigliare le feste è stato anche il primo cittadino di Lecce Carlo Salvemini che, sulla sua pagina Facebook, ha voluto lanciare un appello in questo giorno particolare per i salentini.
«In tanti state certamente organizzando una serata tra amici, per celebrare il passaggio dalla vecchia alla nuova annata agraria all’insegna del buon vino. Mi assumo la responsabilità di un messaggio scomodo: vi invito a rinunciare, in questo anno straordinario perché drammatico, a questa occasione di convivialità. Ogni riunione in luogo chiuso di più persone appartenenti a diversi nuclei familiari – che sia di lavoro o di svago – è considerata causa primaria di trasmissione del contagio ed innesco di potenziali focolai di infezione. È il motivo che costringe tutte le attività di ristorazione a stare purtroppo chiuse. A impedire incontri di lavoro in presenza di più persone negli uffici pubblici e privati. A tenere lontani molti dei nostri studenti dalla lezioni in classe» si legge.
«Non considerate queste mia parole una inaccettabile intrusione nella vostra sfera privata. Nessuno busserà alle porte di casa per controllare se state festeggiando con gli amici. È semplicemente una raccomandazione fondamentale per tutelare la nostra salute nel vivo di una emergenza sanitaria. Solo riducendo al massimo la socialità rallentiamo la folle corsa di questo maledetto virus. Grazie per quanto farete».