La curiosità è senza dubbio una dote, ma non sempre essere troppo curiosi è la cosa giusta da fare. Dopo l’avvistamento di una piccola foca monaca sulla spiaggia di Frigole, sono tante le persone che sperano di ‘incontrare’ ancora questo mammifero marino dalla faccia tenera e simpatica.
Probabilmente ha preso il largo o forse tornerà ancora a “prendere il sole” sulle coste salentine come ha fatto nei giorni scorsi nella marina di Lecce, almeno fino a quando non è stata ‘disturbata’ da un gruppetto di persone. Sono animali docili, non certo pericolosi, ma la loro ‘timidezza’ dovrebbe essere rispettata. Per questo, se qualcuno dovesse incontrarla dovrebbe essere ‘discreto’, mantenere una distanza di sicurezza ed evitare di avvicinarla con l’attenzione che si deve a chi è sopravvissuto a grandi pericoli.
Non è la prima volta che una foca monaca – un tempo molto diffusa nel Mediterraneo – fa ‘visita’ al Salento. Nel 2017 qualcuno l’aveva notata al largo di Tricase Porto, ma restano eventi eccezionali dato che si tratta di una specie sempre più rara su cui pesa il fantasma dell’estinzione. Oggi di questo mammifero che si dice abbia ispirato il mito delle sirene che ammaliavano i marinai con il loro canto si contano circa 700 esemplari. Un ‘numero’ che fa di loro il mammifero marino più a rischio in Europa. E una delle specie più minacciate del pianeta.
L’appello: non cercate di avvicinarla
«l Centro recupero fauna di Calimera, in collaborazione con i Carabinieri Forestali gruppo provinciale Lecce e il Nucleo Biodiversità di San Cataldo, sta monitorando l’esemplare di foca monaca, avvistato in questi giorni sulle coste salentine» si legge sulla pagina Facebook Sos Fauna Calimera che ha voluto invitare tutti a mantenere la massima discrezione per non arrecare disturbo all’animale e alle forze dell’ordine.
«Non cercate di avvicinarla. Rimanete almeno a 50 m di distanza. E contattate immediatamente i Carabinieri Forestali al 1515 o la Capitaneria di Porto al 1530».
Una attenzione importantissima, soprattutto se si tratta di un cucciolo. Le giovani foche, se vi sono condizioni di abbondanza di cibo, frequentano i tratti costieri nei loro primi mesi di vita quando la madre smette di accudirli nelle ore diurne. Qualunque contatto “umano” potrebbe compromettere questo rapporto delicato del piccolo con la mamma che lo ‘veglia’ nelle ore notturne. Basandosi sull’olfatto, ecco spiegato il motivo per cui è meglio non avvicinarla.
Ci uniamo all’appello «Non prendete alcuna iniziativa»
