Frida Kahlo, la pittrice messicana che sulla tela dipinse la sua vita

Era il 13 luglio del 1954, quando Frida Kahlo, rivoluzionaria pittrice messicana, si spense per una embolia polmonare. Aveva 47 anni

Magdalena Carmen Frida Kahlo y Calderón. Era questo il nome completo della rivoluzionaria pittrice messicana che ha conquistato il mondo con la sua arte, ma anche con la sua vita privata scandita dal dolore e dalla sofferenza. Era uno spirito libero in un corpo fragile, segnato da più di trenta interventi chirurgici dopo l’incidente del 17 settembre 1925 che l’avvicinò ai pennelli, l’unica cosa che riusciva a stringere tra le mani.

L’incidente

Aveva appena 18 anni e un fisico già segnato dalla spina bifida, scambiata e curata per poliomelite, quando un dramma la segnò per sempre. Frida, che studiava per diventare medico, si trovava su un autobus vecchio ed affollato, quando il mezzo fu travolto e distrutto da un tram. Trafitta dalle lamiere, spezzata in più punti, riuscì a sopravvivere.

«Il corrimano dell’autobus mi trafisse come la spada trafigge un toro. La prima cosa a cui pensai fu un giocattolo dai bei colori che avevo comprato quel giorno e portavo con me. Volevo cercarlo. Un uomo si accorse della mia tremenda emorragia, mi sollevò e mi depose su un tavolo da biliardo. Non è vero che ci si rende conto, che si piange. Io non versai una lacrima» raccontò.

Condannata all’immobilità tornò a camminare, ma le conseguenze di quella disgrazia l’avrebbero accompagnata per sempre, diventando il fil-rouge che ha legato i suoi dipinti. «Non sono morta e per di più ho qualcosa per cui vivere, la pittura» disse. Realizzò i suoi primi quadri a letto, incoraggiata dai genitori che le avevano regalato dei colori a olio, un letto a baldacchino con un enorme specchio in modo che potesse almeno vedersi. Dipingeva se stessa perché, come disse, «passo molto tempo da sola e sono il soggetto che conosco meglio».

Il primo «Autoritratto con vestito di velluto» lo regalò ad Alejandro Gòmez Arias, uno studente di cui era innamorata che la lasciò per viaggiare. La famiglia del ragazzo, spaventata forse dalla prospettiva si sentisse in dovere di sostenere le conseguenze della tragedia, lo ha spedito in Europa. Ma l’unico amore di Frida sarebbe stato un altro.

L’amore con Diego Rivera

Un capitolo importante nella vita di Frida Kahlo ha un nome e un cognome: Diego Rivera. Quello con il pittore, più grande di lei e soprannominato el panzòn per la sua stazza, fu rapporto burrascoso, una storia d’amore e tradimenti, di odio e dolore: per l’infedeltà reciproca, per il desiderio di diventare mamma e l’incapacità di portare a termine le gravidanze, per gli aborti e la depressione sempre più profonda tanto che pensò più volte di togliersi la vita assumendo gli oppiacei che le erano stati prescritti. «.
Ho avuto due gravi incidenti nella mia vita. Il primo fu quando un tram mi mise al tappeto, l’altro fu Diego. E dei due, questo fu sicuramente il peggiore», scrisse.

Non ci fu solo la relazione del marito con sua sorella Cristina (Aveva il cuore spezzato e lo aveva dipinto in una delle sue opere più celebri «Le due Frida» del 1939). Anche lei ebbe numerosi amanti, nomi che all’epoca potevano passare inosservati: il rivoluzionario russo Lev Trockij, il poeta André Breton e probabilmente anche Tina Modotti, fotografa e militante comunista ebbe su di lei un certo effetto.

Al periodo dell’infedeltà e all’amputazione della gamba per una cancrena risalgono alcune poesie e i famosi diari che hanno permesso di conoscere un po’ di più la storia di questa artista straordinaria, libera, ma tormentata.

Frida continua a dipingere fino a quando la salute glielo permette – con gli anni le sue condizioni continuano a peggiorare, tanto che sarà costretta a portare un busto d’acciaio fino alla fine. «Non sono malata, sono spezzata. Ma finché riesco a dipingere sono contenta di essere viva», si legge.

La morte

«Quando morirò bruciate il mio corpo. Non voglio essere sepolta. Ho passato molto tempo sdraiata. Brucialo e Basta» scrisse. Morì a 47 anni, sette giorni dopo il suo compleanno, ufficialmente per una embolia polmonare. La sera prima aveva fatto un regalo a Diego, per le loro nozze d’argento. «Sento che presto ti lascerò» aveva scritto sul biglietto. Le sue ceneri sono tornate nella sua abitazione di Coyoacan, la casa piena di luce e colori diventata meta di migliaia di visitatori.

Le ultime parole scritte sul suo diario, nella sua ultima pagina di diario accanto ad un angelo ferito con le ali verdi che sale in cielo, furono: «Spero che l’uscita sia gioiosa e spero di non tornare mai più».

Non è mai andata via.



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