È Black Friday… ma a tinte verdi, le piazze pugliesi si preparano ad accogliere l’esercito di Greta

Quarto sciopero globale per i Fridays for future. Attesi oggi in migliaia gli studenti nelle piazze pugliesi per rivendicare azioni concrete contro i cambiamenti climatici.

Fridays for future lecce

Le immagini di una giovane studentessa accovacciata in solitaria dinanzi al Parlamento svedese per protestare contro l’assenza di una linea politica in grado di fronteggiare i cambiamenti climatici sono datate estate 2018, ma appaiono preistoria: in poco più di un anno attorno a Greta Thunberg si è formato un esercito variegato, composto per lo più da giovani studenti pronti a scendere nelle piazze di tutto il mondo nella mattinata di domani per il quarto sciopero globale indetto in vista della Cop 25 di Madrid.

Anche le piazze pugliesi si preparano ad accogliere l’esercito di Greta. “L’obiettivo dello sciopero – afferma il coordinamento leccese – non è solo smuovere le coscienze sul problema climatico, ma anche e soprattutto elaborare proposte concrete su scala locale che possano contribuire a limitare le emissioni climalteranti attraverso politiche ambientali e richieste specifiche da avanzare alle amministrazioni”.

La dichiarazione di emergenza climatica

Piccoli passi si sono compiuti con la dichiarazione di emergenza climatica formalizzata lo scorso ottobre dal governatore Michele Emiliano, dopo le mobilitazioni autunnali che avevano portato oltre 100mila studenti nelle piazze della regione e oltre un milione in tutta Italia.

Ma i formalismi non soddisfano le richieste degli attivisti: non c’è più tempo, bisogna arginare i cambiamenti climatici attraverso la costituzione di un modello di sviluppo compatibile con le esigenze ambientali.

“Bisogna continuare a scendere in piazza perché gli obiettivi non sono stati ancora raggiunti – afferma Michele Cera, tra i portavoce del coordinamento pugliese di Fridays For Future – A parte qualche piccolo spiraglio ancora non si vedono modifiche strutturali nella politica governativa, ma imbastire una lotta abbisogna di prese di posizioni nette, non di timidi approcci.”

Stop the planet

Il movimento è uscito rinvigorito dall’assemblea plenaria di Napoli, nella quale gli ottanta coordinamenti locali hanno riformulato le parole d’ordine lanciando la campagna “stop the planet” e muovendosi trasversalmente nella prospettiva della “intersezionalità“, con rivendicazioni non solo climatiche ma estremamente critiche nei confronti di “un sistema patriarcale, sessista, razzista, colonialista, machista e basato sulla logica dell’accumulazione e del profitto”, come affermato nel report dell’assemblea nazionale.

“Ci aspettiamo una risposta positiva dalle piazze – continua l’attivista – malgrado le complicazioni che un movimento composto per lo più da studenti deve affrontare in un periodo a ridosso di interrogazioni ed esami, come è questo. Nel corso del tempo ogni movimento acquista coscienza, e ad oggi, nonostante il negazionismo di alcuni studiosi ostinati a non ammettere l’emergenza climatica, è chiaro che il modello produttivo non è sostenibile e la nostra lotta continuerà sin quando non vedremo proposte concrete e tavoli attuativi per tradurre in pratica le nostre rivendicazioni”.

Accordo con le Sardine?

Ai Fridays for Future si sono aggiunte di recente le proteste pacifiche delle Sardine antileghiste, pronte a scendere in piazza da Foggia a Lecce passando per gli appuntamenti di Bari e Taranto a partire dal primo dicembre. Ma, nonostante l’assonanza tra i due movimenti, c’è molta cautela nel definire un potenziale avvicinamento.

“Il movimento delle sardine è ancora in fase embrionale. Hanno da poco stilato un manifesto ed è un conglomerato che necessita una definizione più organica. Negli anni ’70 – conclude Michele Cera – diceva il premier cinese Zhou Enlai della rivoluzione francese: ‘è troppo presto per giudicarla’. Oggi ti dico che conviene attendere prima di immaginare uno scenario condiviso tra Fridays For Future e Sardine, malgrado è evidente che abbiano intercettato le stesse frange di popolazione”.



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