Impressionante marea umana per una delle giornate più importanti dell’anno. Gallipoli rende omaggio alla Madonna Addolorata, tra processioni, canti e riti solenni.
I gallipolini digiunano per tutto il giorno, poi la sera consumano, come da tradizione, un piatto di fagioli. Il giorno dell’Addolorata è un giorno speciale, una grande festa, dove tutti si radunano al seguito della Madre di Dio. Nel venerdì che precede la Domenica delle Palme Gallipoli si ferma, migliaia di fedeli attendono l’ingresso nella concattedrale della statua dell’Addolorata, si canta, si prega, si scattano foto con grande compostezza. Ad accoglierla mons. Piero De Santis, arciprete-parroco della chiesa cattedrale.
A mezzogiorno la messa solenne presieduta dal vescovo di Nardò-Gallipoli Fernando Filograna. Parole che vanno dritte al cuore quelle di ‘don Fernando’, parole che hanno colpito la grande assemblea dei presenti: “Dio non toglie dalla nostra vita la sofferenza, che fa parte di noi, ma ci ha dato una mamma, ha detto il vescovo. La mamma è sempre presente ed è sempre sotto la croce. Là dove c’è una croce, nel mondo, c’è sempre una mamma”.
Nella chiesa cattedrale tante le autorità presenti, a partire dal sindaco di Gallipoli Stefano Minerva, fino al rappresentante di Confindustria Lecce Fernando Nazaro, vice presidente della sezione Turismo.
A seguire l’esecuzione dello Stabat Mater, un’antichissima preghiera, sotto forma di sequenza, risalente al medioevo. La prima parte della preghiera, che inizia con le parole Stabat Mater dolorósa (“La Madre addolorata stava”) è una meditazione sulle sofferenze di Maria, madre di Gesù, durante la Passione e la crocifissione di Cristo.
La seconda parte della preghiera, che inizia con le parole Eia, mater, fons amóris (“Oh, Madre, fonte d’amore”) è un’invocazione in cui l’orante chiede a Maria di farlo partecipe del dolore provato da Maria stessa e da Gesù durante la Passione e la crocifissione.
Infine, a chiudere la giornata, il giro della statua della Madonna per le vie della città nuova di Gallipoli, in un tripudio festoso di devozione popolare.