Gengis Khan, l’imperatore protagonista del segreto più affascinante della storia

La tomba di uno dei sovrani più potenti di tutti i tempi non è mai stata trovata. L’ultimo desiderio del condottiero è stato rispettato.

Quando qualcuno parla di Temüjin Borjigin il nome non evoca nulla ai più, ma se si cita Gengis Khan, il signore dei Mongoli, la storia cambia. Tutti conoscono le imprese di uno dei condottieri più famosi di sempre, del sovrano che, con il suo genio militare, creò un impero, il più grande che il mondo abbia mai conosciuto, più vasto di quello dell’antica Roma, di Napoleone e di Alessandro Magno messi insieme.

La sua vita è stata straordinaria, non solo per le sue gesta. Era adorato e odiato da milioni di uomini: i primi per il suo carisma. Tratto che gli ha permesso di conquistare la fiducia e la lealtà incondizionata dei suoi uomini, scelti per ricoprire i ruoli strategici basandosi sulla ‘meritocrazia’. I secondi per la sua ferocia e crudeltà. Si racconta che, assetato di sangue e conquiste, fosse capace di distruggere città e massacrare uomini anche se un suo cavallo restava ferito.

La sua morte, avvolta dal mistero, ha alimentato infinite leggende, alcune più credibili, altre meno. Miti, favole, racconti che, nonostante i secoli passati, continuano ad affascinare.

Sconosciute le cause della morte

Era il 18 agosto 1227. Molti credono che il sovrano sia morto, a quasi 70 anni di età, a causa delle ferite riportate in una caduta da cavallo durante una battuta di caccia. Altri, stremato dalle fatiche dello scontro con la tribù dei Tanguti. Altri ancora pensano che sia passato a miglior vita dopo essere stato castrato da una principessa dell’impero Tangut che voleva ‘vendicarsi’ per il suo rapimento. Era stata consegnata a Gengis Khan come bottino di guerra. Un’altra versione che sia stato avvelenato da una concubina. Secondo uno studio pubblicato su International Journal of Infectious Diseases, ad ucciderlo sarebbe stata la peste.

Non ci sono scritti, né testimonianze che possano permettere di ricostruire i suoi ultimi giorni. L’unica cosa certa è che consegnò nelle mani del terzo figlio Ogodei, nominato come suo successore, un impero enorme. Dopo quest’ultimo atto, forse consapevole che la fine era vicina, “organizzò” il suo ultimo viaggio, confidando al suo braccio destro le ultime volontà.

Dove è sepolto Gengis Khan?

Il luogo in cui sono sepolte le spoglie del più grande conquistatore della storia resta un mistero avvolto nelle nebbie della leggenda. Una cosa è certa. Il funerale del condottiero fu spettacolare. Migliaia di guerrieri e di schiavi marciarono per giorni, macinando centinaia di chilometri fino ad un luogo segreto, dove il leader aveva scelto di riposare per sempre insieme ad un tesoro di inestimabile valore: monete, armi e gioielli rastrellati nelle città saccheggiate.

Nessuno sa dove sia la tomba, per desiderio dello stesso sovrano. Chi ha partecipato al corteo non ha vissuto abbastanza a lungo da raccontarlo e anche i testimoni incontrati per caso nel lungo cammino pare siano stati giustiziati. L’ordine era quello di uccidere tutti.

Secondo un altro racconto, dopo la cerimonia, mille cavalli calpestarono il terreno, per nascondere ogni traccia dello scavo. Non solo, sulla tomba e tutto intorno furono piantati migliaia di alberi che hanno custodito (e continuano a custodire) quel che resta del condottiero. Altri sostengono che fu addirittura deviato il corso di un fiume per nascondere meglio il sepolcro.

Esploratori e archeologi hanno cercato a lungo attratti non tanto dalle ricchezze che potrebbe custodire, ma dal fascino di riuscire a svelare uno dei misteri più inviolabili della storia. Se per gli ‘estranei’ sarebbe una scoperta senza precedenti, per i mongoli che hanno venerato Gengis Khan come un eroe nazionale, il luogo dove riposa il loro antenato è sacro e profanarlo avrebbe delle conseguenze disastrose.

C’è anche una diceria secondo cui la scoperta della tomba causerebbe la fine del mondo. Una credenza popolare, nata quando fu trovata la tomba di Tamerlano, un re turco-mongolo che visse alla fine del quattordicesimo secolo. “Quando risorgo dalla morte, il mondo tremerà” raccontava un’antica profezia. Tre giorni dopo, i soldati nazisti invasero l’Unione Sovietica.



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