Incredibile, ma vero. Uno dei nostri colleghi l’altra sera si è trovato faccia a faccia con un grosso cinghiale. Il fatto però non si è verificato sulle montagne della Basilicata o sull’Appennino tosco-emiliano ma nell’Oasi naturale delle Cesine, alle porte di Lecce. Il collega, impegnato in una passeggiata nella natura, ben conoscendo la località, era consapevole dell’esistenza, ormai accertata, di “presenze significative” ormai da qualche tempo, nessuno tuttavia aveva ancora fatto un’esperienza del genere, solo i carabinieri forestali e il direttore della riserva avevano avuto un paio di incontri per cosi dire ravvicinati.
Il nostro collega, conscio dei rischi che si corrono nell’incontro casuale e improvviso con i cinghiali, (in caso di carica dell’animale le conseguenze potrebbero rivelarsi molto serie) ha deviato il suo percorso allontanandosi attraverso un uliveto adiacente.
La nostra Redazione ha provveduto ad allertare immediatamente il direttore delle Cesine Giuseppe De Matteis, il quale non solo ha confermato la presenza di numerosi individui, ma anche consigliato prudenza e magari di evitare passeggiate solitarie, verso il tramonto.
Si tratta, purtroppo, di una situazione aberrante, perché il cinghiale non è una specie autoctona, ma tali individui, simili più a maiali inselvatichiti, sarebbero stati portati in Salento da soggetti non meglio precisati a scopo venatorio e liberati circa 10 anni fa nella pineta e nella boscaglia a nord di San Cataldo.
La presenza dei cinghiali è documentata con assoluta certezza dai solchi curiosi, e per tanta gente assolutamente incomprensibili, che questi animali lasciano sul terreno tutt’attorno agli alberi d’ulivo. Non si tratta di aratura del terreno da parte degli agricoltori, ma di aratura da parte dei cinghiali che grufano (o grufolano) con il muso alla ricerca di insetti, tartufi, funghi, animaletti vari che si trovano alla base degli ulivi. La presenza del cinghiale potrebbe essere, secondo gli esperti, una delle ragioni del ritorno del lupo in provincia di Lecce.