Giuseppe Antoci, agli studenti del Trinchese di Martano: “voi non siete il futuro, siete il presente!”

L’I.I.S.S. Trinchese di Martano e l’Associazione L’Orizzonte hanno ospitato nell’Auditorium dell’Istituto, Giuseppe Antoci, autore del libro “La mafia dei pascoli”. Antoci, da presidente del Parco dei Nebrodi, è sopravvissuto nel 2016 ad un attentato mafioso che voleva ancora una volta colpire al cuore la Sicilia che lotta

Ha parlato così ai giovani, come parla un padre ai propri figli. Senza se e senza ma. Con un solo obiettivo: creare una coesione sociale affinché uniti si possa fermare lo strisciante dilagare della cultura mafiosa.

Durante un incontro promosso questa mattina dall’Associazione L’Orizzonte, nell’Auditorium dell’I.I.S.S. Trinchese di Martano, Giuseppe Antoci ha portato nel Salento la dolorosa testimonianza di chi ha alzato la voce per dire “No” alla mafia.

L’Audiorium del Trinchese, strapieno di studenti e insegnanti, ha accolto con entusiasmo le personalità intervenute durante l’appuntamento odierno. A ricevere le autorità istituzionali e militari, la dirigente del Istituto Trinchese, Alieta Sciolti, guida pasionaria che si adopera con professionalità e impegno in un lavoro volto alla condivisione e al coinvolgimento di colleghi e ragazzi.

Presenti oltre alla vice-presidente dell’Associazione L’Orizzonte, Giovanna Coricciati, il segretario dell’Associazione, Francesco Vitto, il baby sindaco di Martano, Santiago Caracuta, il presidente della Provincia di Lecce, Stefano Minerva, l’assessore al Turismo della Regione Puglia, Loredana Capone, il consigliere regionale, Sergio Blasi, il Tenente Colonello Chiappetta della GDF di Lecce, il Commissario Perrone della Polizia di Stato e il Tenente Piazza del Comando della Compagnia dei Carabinieri di Maglie.

Una manifestazione importante che ha lasciato un segno. Gli occhi lucidi in sala rendevano tangibili le emozioni che inevitabilmente si erano respirate dall’inizio alla fine dell’intervento di Giuseppe Antoci, già presidente del Parco dei Nebrodi.

Antoci, scampato nel 2016 ad un attentato, ha narrato, come fosse un film, il racconto di quell’esperienza che porta incisa a fuoco nel cuore e nella mente. Una persona veramente speciale, testimone straordinario di chi ha fatto della lotta alla mafia un baluardo del vivere civile.

Una coscienza cresciuta sempre più nella nostra società, una società che si è vista portare via, per sempre, esempi virtuosi di uomini senza paura.

Un esempio importante

Non fatevi dire che siete il futuro, voi siete il presente” ha esortato, così, gli studenti, Giuseppe Antoci, parlando, poi, di antimafia sociale.

Un tassello indispensabile nella lotta alle mafie, un tassello fatto, soprattutto, di cultura. Ecco perché il ruolo della scuola risulta fondamentale. Perché, ha aggiunto Antoci, “bisogna studiare per avere cultura”.

Il suo desiderio, del resto, è quello di trasferire un’assoluta normalità ai ragazzi, con un semplice “ci siamo”.

E i ragazzi lo hanno pienamente recepito, e dopo aver letto le struggenti parole della figlia di Antoci, hanno espresso al presidente del Parco dei Nebrodi tutta la loro ammirazione e gratitudine, consegnate ad una lettera.

“La scuola deve essere un baluardo della legalità, perché i ragazzi devono sempre avere degli esempi da seguire e non per essere degli eroi ma, semplicemente, perché nella loro quotidianità scelgano sempre la via giusta” ha voluto sottolineare la dirigente Alieta Sciolti.

Messaggi importanti quelli consegnati ai ragazzi dell’Istituto Trinchese, oggi.

E quando Giuseppe Antoci chiede e si chiede se tutto questo valga veramente la pena, la sua risposta affermativa diventa inevitabilmente la risposta di tutti.



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