Giuseppe Serravezza rischia la vita, la famiglia: ‘La politica non può ignorare il grido di dolore di questa terra’

Chiediamo un segnale dal governo, dai nostri parlamentari, da chi rappresenta questo territorio, per porre fine a questo suo estremo gesto. É l’appello della famiglia di Giuseppe Serravezza, l’oncologo salentino che da 11 giorni non mangia e non beve per protestare contro Tap.

Continua senza ripensamenti la protesta intrapresa da Giuseppe Serravezza contro la realizzazione del Gasdotto Tap a San Foca, nella bellissima marina di Melendugno. L’oncologo salentino ha ricominciato lo sciopero della sete che aveva sospeso per ventiquattrore, in attesa di ricevere un segnale da parte del Governo e dal premier, Paolo Gentiloni ‘sollecitato’ ad intervenire dal Governatore Michele Emiliano. Ma gli appelli, e sono stati tanti, finora sono rimasti inascoltati. La paura che la situazione non cambi, o almeno non in tempi brevi, ha spinto la famiglia del responsabile scientifico della Lilt-Lecce che da undici giorni continua ininterrottamente a digiunare a lanciare un accorato appello per chiedere – ancora una volta – «un segnale dal governo, dai nostri parlamentari, da chi rappresenta questo territorio, per porre fine a questo suo estremo gesto».
  
 «Papà ha perso 12 chili – si legge – la sua funzionalità renale è alterata e rischia di essere seriamente compromessa perché non beve. I 94 sindaci del Salento che si sono mobilitati con lui stanno urlando le istanze di un intero territorio, ma voi preferite tapparvi le orecchie. Ne prendiamo atto, risponderete alla vostra coscienza. Noi vi chiediamo, col cuore in mano, di mettere da parte i vostri veleni, le beghe politiche, i risentimenti personali. Qui c'è un uomo che rischia la vita per dare voce ad un territorio intero che vuol decidere il proprio futuro».
  
L’oncologo ha sempre ripetuto di aver intrapreso questa battaglia per suoi pazienti che non ci sono più e per una terra che non può sopportare altre opere impattanti. Una guerra che sta seriamente minando la sua salute, nonostante sia costantemente monitorato dai medici del Ferrari di Casarano. Provato nel fisico, ma mai nel cuore il dottore Serravezza non ci pensa a smettere.
  
«A prescindere dal fatto che si possa condividere o meno questa battaglia – prosegue la famiglia – ricordiamo che prerogativa della politica è l’Ascolto. Ci sono 94 sindaci che hanno sottoscritto un appello al governo e non hanno ricevuto risposta. C'è un intero territorio che chiede ascolto per giungere a soluzione condivisa su questo progetto, un territorio che chiede di ridiscutere la scelta del sito, ma di fronte a questa richiesta registra solo silenzio da parte del governo nazionale, in aggiunta a sterili polemiche e mistificazioni. Quando un cittadino chiede ascolto, quando 94 sindaci vi chiedono ascolto e un intero territorio alza la voce, voi politici avete il dovere di chinare il capo ed ascoltare. Ignorare il grido di dolore di questa terra, non vi porterà lontano».
  
«Ci rimettiamo alla vostra coscienza: papà è un uomo che lotta da sempre per questo territorio, dentro e fuori dagli ospedali, e senza secondi fini. E forse noi salentini tutti, un uomo così non ce lo meritiamo».



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