Siamo in uno dei più frequentati uffici postali di Lecce: un cittadino, recatosi per effettuare un’operazione di cassa, chiede di pagare in monetine. La risposta? Un secco “no”. Un’addetta allo sportello gli riferisce che Poste Italiane non accetta pagamenti in monete. Al massimo, dovrebbero venire collocate in appositi ‘brick’ per consentire le opportune verifiche. E aggiunge che, al di là di tutto, esiste un regolamento da rispettare, secondo cui non risulta possibile accettare oltre cinquanta monetine per ciascuna operazione di pagamento. Rammaricato, l’utente lascia l’ufficio.
Qualcuno tra i presenti che voleva approfondire la faccenda, però, ha anche chiesto spiegazioni all’addetta. Richiesta che avrebbe generato la reazione rabbiosa di quest’ultima, fornendo solo indicazioni relative ad una disposizione interna dell’azienda – “disposizione n. 66” – con cui sembra essere stata consentita una limitazione di accettazione delle monete per un massimo di cinquanta pezzi per operazione. Una disposizione che non può essere affissa all’interno dei locali per informare l’utenza, in quanto le informazioni obbligatorie, per legge, sono tutte esposte all’interno dei locali dell’ufficio finanziario.
L’episodio è stato segnalato ad Adoc Lecce (Associazione difesa e orientamento dei consumatori) che a tal proposito ricorda un Decreto del 3 dicembre 2001, dell’allora Ministro Tremonti, che ha stabilito l’abolizione di limiti al potere liberatorio delle monete metalliche: “nelle operazioni di versamento in conto nonché nelle operazioni di cambio presso le banche, le Poste Italiane S.p.a. e gli altri soggetti che svolgono attività finanziaria, non si applicano i limiti al potere liberatorio delle monete metalliche previsti dalle norme vigenti”.
“Ad oggi, dunque, appare inspiegabile che Poste Italiane – ci scrive Adoc Lecce in una nota stampa pervenutaci in redazione – nonostante la vigenza di detta abolizione, arbitrariamente, adotti un potere liberatorio con una disposizione interna, del tutto contraria alle vigenti disposizioni di legge”.
“La nostra associazione – si legge nel comunicato – comunica che saranno effettuate le opportune verifiche presso le competenti sedi, formulando un esposto alla Banca D’Italia nonché alle Autorità della Concorrenza e del Mercato, per far luce sul comportamento tenuto da Poste Italiane nei confronti degli utenti, comportamento che, per la sua arbitrarietà non può che ritenersi inaccettabile”.