I genitori fanno fare la pipì per strada al loro bimbo. Una signora: ‘Incivili’ e scatta la lite

Sono volate parole grosse in pieno centro a Lecce tra una cittadina e una famiglia di turisti che ha pensato bene di far fare la pipì al proprio pargolo in un tombino. ‘Vergognatevi, i bagni pubblici sono a pochi passi da qui’.

Un tempo si diceva che la pipì dei piccoli era santa; insomma ad un bambino era permesso di farla ovunque gli scappasse senza trattenersi e senza cercare il primo posto in cui chiedere la disponibilità di una toilette.

Evidentemente non la pensava così la donna che, stamattina, sul corso della città, nello slargo a due passi dalla Chiesa di Sant’Irene ha ritenuto giusto puntare il dito contro una famiglia di turisti (papà, mamma e figlio) che dinanzi alla fatidica richiesta del pargoletto ‘Mi scappa la pipì’ hanno pensato bene di non recarsi nei bagni pubblici siti a pochi passi, né tanto meno in un bar o una caffetteria di quelli che, un’attività commerciale no e l’altra sì, riempiono la città turistica di Lecce, scegliendo invece un tombino presente su quella piazza.

La signora ha ritenuto quel comportamento un vero e proprio gesto di inciviltà, un oltraggio al decoro della Capitale del barocco e ha rimproverato a voce alta i genitori: ‘Non è possibile che con tanti locali che ci sono qui vicino e con i bagni pubblici che si trovano a 100 metri da qui che lasciate fare i bisogni a vostro figlio su una pubblica strada. Adesso chiamo immediatamente i vigili urbani’.

‘Cara signora –  provavano a giustificarsi i due – ma a nostro figlio stava scappando adesso. Come avremmo potuto aspettare ancora. È la pipì di un bambino, poi… mica fa cattivo odore!!! L’’abbiamo fatta pure in un tombino della fogna bianca, che diamine…’.

Siete dei maleducati urlava ancor di più la signora – con conseguente capannello di persone, mentre a pochi metri si celebrava a Lecce la prima unione civile. ‘Ci penso io a chiamare la Polizia Locale, come vi permettete a sporcare la città in questo modo? Potevate entrare nel bar di fronte, comprare una bottiglietta d’acqua e chiedere la toilette, come fanno tutti quelli che si trovano nell’impellenza di espletare un bisogno fisiologico.’

I tre turisti, facendo finta di nulla, hanno proseguito il loro cammino, il capannello di gente si è dissolto, la signora ha continuato a gridare il suo senso civico fino a che non si è resa conto di star parlando da sola ai quattro venti e tutto si è concluso lì.

Tutto, o quasi. La domanda da cui siamo partiti resta: è davvero santa la pipì dei bambini? Davvero loro la possono fare dove vogliono? 



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