Sono lì da interi, lunghissimi, giorni, abbandonati e ‘abbelliti’ da un nastro tipico della segnaletica da cantiere. Si tratta di un cumulo di macerie, risultato di alcuni lavori effettuati al basolato di Corso Vittorio Emanuele, snodo fondamentale del centro storico della città di Lecce. La caratteristica stradina che collega Piazza Sant’Oronzo al Duomo e a Porta Rudiae, infatti, sta rappresentando il pomo della discordia per turisti e commercianti della zona. Come la foto testimonia, infatti, appena imboccata la strada in questione, è possibile incontrare i resti composti da pietre, nastri e contenitori in plastica di alcuni lavori di manutenzione. Sono rimasti abbandonati sul ciglio della via e, a guardare le bellezze architettoniche della città che circondano il Corso, sono proprio un pugno all’immagine del centro storico.
Se ne sono accorti i turisti, ma soprattutto se ne sono accorti i titolari degli esercizi commerciali del Corso Vittorio Emanuele, i quali, adesso, alzano la voce. ‘Il cantiere abbandonato per il rifacimento del basolato, composto da pietre ammassate, è ancora al centro della strada. Eppure i lavori si sono conclusi già da qualche tempo, ma inspiegabilmente, i resti sono ancora lì. Crediamo che sia l'ora che qualcuno intervenga – scrivono in una nota i commercianti del Corso. È possibile che l'Amministrazione Comunale sia così insensibile nei confronti dell'immagine della strada principale del centro storico?’, si chiedono. Gli esercenti, inoltre, fanno sapere che più volte nelle ultime ore hanno cercato di mettersi in contatto con gli Uffici e con coloro che vengono indicati come responsabili dei lavori pubblici sul sito del Comune, ma alle numerose mail inviate non è pervenuta nessuna risposta.
Proprio il basolato del centro storico, in effetti, è stato al centro negli ultimi mesi di polemiche tra amministrazione e cittadini: su tutti il caso di Via Rubichi, tratto di strada rimasto chiuso per due settimane nel mese di luglio e che non pochi disagi ha creato agli esercizi commerciali circostanti.