Perché gli abitanti di Cavallino vanno al mare sulla riviera orientale e quelli di San Cesario vanno dall’altra parte? Non vi è una spiegazione razionale, né semplice, tuttavia è così. Paesi che confinano o addirittura comuni fusi in un unico sistema urbano che si trovano a frequentare (lo fanno i loro abitanti) storicamente spiagge poste su versanti opposti.
Prendiamo Martano e Soleto, il primo legato al mare di Otranto, il secondo che pensa più a Gallipoli. È chiaro che non è una regola fissa e che ci sono le eccezioni, pensiamo ai leccesi che vanno a Leuca anziché a San Cataldo, ma generalmente funziona così.
È il caso di Campi e Novoli, comuni confinanti eppure i campioti vanno a fare il bagno a Casalabate o Torre Rinalda, i novolesi invece tutti a Porto Cesareo. È un “mistero” che possa essere così scientifico il criterio di selezione dei mari, o del mare, visto che in sostanza si tratta solo dello Jonio, dato che l’Adriatico è da considerarsi geograficamente un fatto extra salentino con i tre quarti di costa, da Melendugno a Torre Lapillo, di mar Jonio verace.
C’è quindi chi va sullo Jonio dell’est e chi sullo Jonio dell’ovest in base a non meglio precisate appartenenze territoriali.
È l’immaginaria divisione tra oriente e occidente determinata dalla dorsale delle murge salentine a separare il territorio in due versanti, quello a destra, guardando la mappa dall’alto, e quella a sinistra, al di qua o al di là della Serra, e così si innesca automaticamente il meccanismo dell’influsso gravitazionale tra riviera di levante e riviera di ponente.
Verrebbe da chiedersi dove vanno i residenti a Castrignano del Capo, a San Gregorio o a Novaglie? La distanza è la stessa, quindi diventa solo una questione di gusto. Così come per i leccesi che non hanno più una patria marinara, ma solo un bel posto dove andare a prendere il sole o a fare il bagno, magari a seconda del vento che soffia.
