Il sindaco di Ravenna aveva ragione. Zero voti per Lecce nella corsa a Capitale della Cultura

Oggi è arrivata l’ufficialità dei risultati della corsa a Capitale Europea 2019 ed è arrivata direttamente dal sito ufficiale del Mibac. Al secondo posto in realtà non c’è Lecce, ma ci sono Ravenna e Siena. La replica di Perrone: ‘O secondi o sesti cambia poco’

La verità viene sempre a galla, nel bene e nel male. All’indomani della cocente sconfitta, il primo cittadino della città di Lecce, Paolo Perrone, si era “consolato” facendo intendere di essere arrivati secondi (con tre preferenze) dietro a Matera che con merito aveva conquistato il titolo di Capitale Europea della Cultura 2019. Salvo poi essere pubblicamente smentito dal sindaco della candidata Ravenna, Fabrizio Matteucci che, in una conferenza stampa, rispondendo alle domande di alcuni giornalisti, aveva ridimensionato il risultato ottenuto dal capoluogo barocco.

Il botta e risposta aveva acceso gli animi e più di qualcuno aveva avanzato il sospetto che il risultato leccese non fosse stato così soddisfacente come si era lasciato intendere. Anche il rapporto dettagliato della Commissione europea composta da illustri giurati internazionali, pubblicato qualche settimana dopo, conteneva le motivazioni per cui era stata scelta la “Città dei Sassi” e di conseguenza escluse le altre, ma non una classifica vera e propria.  

Oggi, infatti, è arrivata l’ufficialità dei risultati della corsa a Capitale Europea 2019 ed è arrivata direttamente dal sito ufficiale del Mibac (Ministero Beni e Attività Culturali e del Turismo). La classifica definitiva recita così, una volta per tutte senza se e senza ma: Matera (l’unica su cui non c’erano dubbi sui voti ottenuti) al primo posto con sette preferenze, Ravenna e Siena, invece, appaiate al secondo posto con meno della metà dei voti del capoluogo lucano, cioè tre preferenze. Lecce, invece, come Cagliari e Perugia, è rimasta a bocca asciutta.

Un verdetto totalmente negativo, quindi, che di sicuro riaprirà una polemica che sembrava archiviata. Il capoluogo salentino, intanto, può consolarsi con il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2015, ma, di certo, dal punto di vista dell’immagine, da tutta questa vicenda, ne esce certamente a testa bassa.

In serata è arrivata anche la replica del Sindaco di Lecce, Paolo Perrone: "Prendiamo atto dell'ufficialità del risultato finale della votazione dei commissari. Fonti interne al Ministero, che evidentemente oggi si rivelano inattendibili, ci avevano assicurato che la candidatura di Lecce aveva ottenuto le preferenze di alcuni componenti della commissione. Il risultato – secondi, quarti o sesti – comunque non cambia; soltanto una città poteva vincere. Al di là dei voti, resta la bontà del nostro dossier, evidenziata anche dal referto della commissione che lo premia per partecipazione e per proiezione verso il futuro. Questo ha contribuito a portare Lecce (risultato all'inizio assolutamente insperato) nella rosa delle sei finaliste su 22 città candidate, molte delle quali attrezzatissime, eppure rimaste ai nastri di partenza nonostante il ricco bagaglio storico-monumentale e una tradizione culturale riconosciuta a livello internazionale. A nostro favore hanno giocato la passione, l'energia, l'entusiasmo che la stragrande maggioranza dei leccesi ha dimostrato e che ci hanno consentito oggi di ottenere lo straordinario risultato di essere Capitale italiana della cultura 2015."