L’attenzione da dare ai bambini sulla spiaggia non è mai abbastanza. E non sono solo le onde e la forte corrente a dover destare preoccupazione, altri pericoli meno visibili si insidiano tra i granelli di sabbia.
Quasi si fossero date appuntamento, tre mamme salentine si sono ritrovate nella giornata di ieri al “Vito Fazzi” di Lecce tutte per lo stesso motivo: impetigine sabbiosa, un’infezione che colpisce soprattutto i più piccoli. Sono tre i bambini colpiti dall’infezione, tra i 7 e gli 11 anni, in un tratto di spiaggia libera di Torre Chianca e a far scattare il campanello d’allarme è proprio la coincidenza, che getta qualche sospetto sulle condizioni della marina leccese. Spinte dalla preoccupazione, le tre mamme hanno deciso di segnalare l’accaduto alla redazione di Leccenews24.it, raccontandoci che sia il personale del Pronto Soccorso che quello di Pediatria del “Vito Fazzi” avevano confermato altri casi nel corso di tutta la settimana.
Temperature particolari che facilitano il proliferare di questi microrganismi nella sabbia? Spiagge poco pulite? Approfondiremo nelle prossime ore, chiedendo agli esperti. Per adesso segnaliamo il caso, poiché tre indizi fanno certamente una prova.
L’impetigine sabbiosa: attenzione ai bambini
Senza addentrarsi in questione tecniche che spettano ai medici, l’impetigine è un’infezione della pelle causata da alcuni germi che possono annidarsi nella sabbia tiepida e possono arrivare a diffondersi come una vera e propria epidemia da spiaggia. Si manifesta con delle piccole eruzioni cutanee, simili a delle bolle, che possono insorgere su tutto il corpo. A dare il loro contributo alla diffusione dell’infezione che preferisce i bambini, ma che non risparmia gli adulti non sono solo le condizioni climatiche particolari, soprattutto caldo e umidità, ma anche le condizioni igieniche della spiaggia. Tra acque sporche, contaminate da un’elevata carica batterica e sabbia non proprio pulita, l’infezione trova terreno fertile.
E a quanto pare questo terreno fertile è stato il tratto di spiaggia libera di Torre Chianca, dove il caso ha voluto che questi tre bambini si trovassero insieme, senza però incontrarsi al momento del contagio. L’incontro è avvenuto solo dopo, quando le mamme, preoccupate dalle eruzioni cutanee dei loro figli, hanno portato i bambini in ospedale. E con loro grande sorpresa, il pediatra ha fornito una diagnosi simile.
“Ai miei figli – dice una di loro, molto infastidita – sono stati prescritti antibiotici e antistaminici, non proprio il massimo dopo aver trascorso una semplice giornata di mare in una spiaggia pubblica. Ci domandiamo: chi deve controllare controlla?”
Che sia per il clima particolarmente caldo o per le condizioni igieniche del tratto di spiaggia, è difficile da stabilire. Ma il sospetto che ci sia la necessità di intervenire c’è. Già un mese fa era giunta la segnalazione della presenza di siringhe nella spiaggia di Torre Chianca, consolidando, in una certa misura, il sospetto di una condizione igienica non adeguata. Ma solo gli opportuni controlli potranno dire qualcosa in più.
Intanto, è meglio fare attenzione, i casi di bambini vittime di impetigine sabbiosa potrebbero aumentare.
