«L’edera», quando la plastica verde scalza i gelsomini e il loro profumo. Il racconto di Edoardo Micati

Ecco il racconto che Edoardo Micati regala ai lettori di Leccenews24.it. Un pomeriggio di novembre, una passeggiata con Franca e la constatazione di un attimo. L’edera prende il posto dei gelsomini: niente di strano, non fosse che…

Il gusto per il racconto è certamente tra i suoi maggiori tratti distintivi. Edoardo Micati ama raccontare tanto attraverso cose piccole: nelle sue parole si intrecciano sempre spaccati di vita quotidiana ed una realtà diversa da quella sua personale. Ed è lì che nelle parole di uno scrittore che molto spesso racconta di sé, in prima persona, chiunque si può riconoscere.

Autore di romanzi, non si è fatto mancare nel corso della sua esperienza di scrittura racconti brevi che fanno uso di una narrazione quasi impressionista: i tempi che cambiano non passano mai dai grandi sconvolgimenti storici, ma da cose (per alcuni) di poco conto.

Un racconto dal basso, quello di oggi. Basta passeggiare per endersi conto di come sempre più spesso l’edera stia prendendo il posto dei gelsomini. Non ci sarebbe nulla di male se non fosse che…

L’edera

Sono le 4,59 del 23 novembre e già mi trovo al computer per raccontarvi dell’edera.
Certo, l’avrei fatto più tardi, dopo la colazione, sorseggiato lentamente il primo caffè della giornata, ma ci ha pensato la zanzara che, per ricordami che dovevo mettermi anzitempo a scrivere, mi ha punto sull’orecchio destro e mano destra, le uniche due parti del corpo che fuoriuscivano dalle coperte.

Eppure ieri sera avevo chiesto a Franca se dovevo allestire il baldacchino di tulle, ma lei mi aveva assicurato che non ne aveva viste in giro. Così, circa un’ora fa, ho acceso la lampada sul comodino e l’ho scoperta. Indovinate dove si stava godendo l’ebbrezza che gli dava il mio sangue? Proprio in un’ansa del tulle del sopraccielo. D’istinto l’ho spiaccicata fra le mie due mani, aggiungendo un altro pois rosa al tessuto bianco.

Dopo questa premessa, ringraziando le zanzare tutte, alla fine dovrei amarle, sono gli animali con i quali riesco ad avere un approccio immediato, nessuno riesce a farmi ricordare ciò che ho da fare come sanno fare quelle col pungiglione, vi dirò dell’edera.

In questo mese di novembre stiamo avendo delle giornate quasi estive, capitava negli anni passati solo attorno all’undici del mese con la famosa estate di San Martino.

Era una concessione che il santo, amante del Salento e del suo buon vino, ci aveva dato per festeggiare la spillatura del nettare messo in botte fra settembre ed ottobre, e per permettere a noi salentini di riunirci, per gustare i pezzetti di cavallo al ragù, turcinieddhi, tracche, rape nfucate, verdure e formaggi, due castagne rrustute, e altro, innaffiate da tanto vino novello.

Ieri c’era una giornata splendida, così, verso le dieci io e Franca, armati di scarpe comode per lunghi percorsi, ci siamo addentrati nella periferia di Lizzanello là dove ci sono le più belle ville e villette del paese. – Edoardo, hai visto, hanno divelto le piante di gelsomini e le hanno sostituite con l’edera. Peccato, erano così belle, un profumo dolce.

– Si, saranno state belle, ma con tutti quei fiori che cadevano e sporcavano i marciapiedi, ora, con questa nuova raccolta della spazzatura, i proprietari devono non far fuoriuscire le piante aldilà delle inferriate, quindi con una vegetazione più appropriata, e l’edera lo è, risolvono.

Sarà, ma io preferivo i gelsomini, bianchi e colorati.

Andando avanti, le nostre camminate durano più d’un ora, abbiamo notato che c’erano state tante sostituzioni fra gelsomini ed edera, insomma era cambiato il paesaggio ….. era diventato PLASTIFICATO!!!!!!!!!



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