Basta fare un giro in bicicletta o con la macchina per trovare il Salento che non vorresti, quello che purtroppo ti aspetti dopo un’estate come quella 2015. Il territorio è migliorato ma ancora non a tal punto da sopportare una pressione turistica così alta per la durata di più di due mesi e infatti, il primo a pagarne le conseguenze è il nostro paesaggio di campagna , con cumuli di rifiuti che offrono la peggiore immagine della vacanza.
Le piazzole di sosta delle grandi arterie stradali, superstrade e scorrimenti veloci, sono diventate pubbliche discariche, i recessi di campagna contaminati da buste di spazzatura e rifiuti di ogni tipo. Particolarmente seria la situazione che si presenta nell’hinterland leccese e gallipolino, ma anche nei dintorni di Castro e nell’entroterra leucano. Qui è ben visibile il fenomeno del sommerso, ovvero tutte quelle seconde case di paese o nelle marine che vengono affittate in nero, e che, non risultando da nessuna parte per ovvie ragioni, non sono assistite dai servizi necessari, specie quello dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani.
Ecco allora che in qualche modo bisogna fare, non potendo convivere a lungo con l’immondizia la si getta nel primo posto utile alle necessità, magari nottetempo. Alcuni proprietari di case fantasma provvedono essi stessi ad offrire “il valido servizio” agli ospiti, eliminando i cumuli di buste di spazzatura.
Se questo è il tono ed il livello della nostra estate allora verrebbe da chiedersi se è giusto gioire di così tante presenze, anche in virtù di una certa approssimazione nei controlli da parte delle forze di polizia, che, per varie e spesso ragionevoli motivazioni, non possono esercitare un’azione di controllo e di repressione come si dovrebbe, per scongiurare il reiterarsi di determinati crimini contro l’ambiente.
E’ così che i detrattori della nostra estate sono serviti. Spiace dirlo ma residenti e turisti spesso non sono complici solo nella politica dell’accoglienza ma anche in quella dell’immondizia.
