Lecce ha di nuovo le sue Mura. Perrone: ‘orgogliosi della nostra storia’. Per il Carlo Pranzo c’è ancora da aspettare

A pochi giorni dalla riapertura degli Agostiniani, la città riscopre le Mura del Castello. Dopo anni di progetti e lavori, quindi, l’ingresso nord di Lecce torna a splendere. Per Paolo Perrone: ‘abbiamo tracciato un percorso’. Resta ancora il cantiere sull’ex Carlo Pranzo.

Lecce ha di nuovo le sue vecchie mura. Certo, non servono più per difendere la città da attacchi e invasioni, ma la valenza storico-culturale-architettonica della cinta muraria del Castello di Carlo V che si scorge dall’ingresso nord è sicuramente di tutto rispetto.
 
Le Mura Urbiche, dopo decenni di decadenza e storture, sono state riaperte questo pomeriggio dal sindaco Paolo Perrone e dall’Assessore ai lavori pubblici Gaetano Messuti che, a distanza di una settimana dall’inaugurazione del vicino ex convento degli Agostiniani, si sono detti “fieri di aver restituito ai leccesi due tra i gioielli più belli, elementi dal grande impatto storico e che permettono di riqualificare l’area nord del centro storico della città”.
 
Un’opera di restauro e recupero imponente, portata avanti da anni, ma che da oggi fa riscoprire un pezzo di città che in molti negli anni avevano ignorato: prima perché dimenticato sotto i segni del decadimento del tempo, poi, negli anni più recenti, perché ‘nascosto’ dalle impalcature del cantiere.
 
Oggi però le strutture murarie in pietra leccese sono tornate a splendere. Alla cerimonia di riapertura, oltre a buona parte dell’Amministrazione comunale uscente (ma c'era anche l'opposizione, rappresentata da Carlo Salvemini), hanno partecipato il dirigente del settore, Claudia Branca, il progettista e direttore di lavori, Patrizia Erroi e lo staff dell'Ufficio Centro storico del Comune di Lecce, l'architetto Andrea Ingrosso che ha curato la progettazione e direzione dei lavori delle opere impiantistiche, il professor Paul Arthur dell'Università del Salento, direttore scientifico degli scavi per conto del Comune di Lecce, a capo del gruppo di archeologi che ha seguito i lavori e le operazioni di svuotamento dei fossati e Marco Capriello, titolare dell'impresa che ha eseguito i lavori.
 
Lavori, dicevamo, lunghi che hanno previsto la creazione di nuovi passaggi, passerelle e moderni ascensori per rendere accessibile i vari piani della struttura a tutti e che già si erano intravisti in occasione di una prima visita aperta alla stampa organizzata qualche mese fa dall’assessore Messuti.
 
“In quella che è la mia ultima cerimonia ufficiale da Primo Cittadino, non posso che essere orgoglioso di essere stato alla guida di questa città, così come sono orgolioso di poter tagliare il nastro delle Mura, un gioiello che racchiude la nostra storia”, ha esordito Paolo Perrone. “Grazie a un lavoro compiuto con passione e competenza – prosegue – siamo riusciti a far rivivere il Bastione del Castello, riemerso nella sua struttura originaria. È stato un percorso che negli anni ci ha visti impegnati nella riqualificazione del centro storico, attraverso un lavoro lungo e complesso, soprattutto a livello burocratico: alla fine però ce l’abbiamo fatta, riconsegnando ai cittadini l’ennesimo gioiello”.
 
Il sindaco Perrone elogia l’alta attrattività che questo pezzo di città avrà sui turisti, ma dice anche che “questo è un monumento specialmente per i leccesi e per la loro storia, perché non dobbiamo più meravigliarci quando qualcuno ci dice che Lecce è veramente bella”.
 
“La memoria diventa così testimonianza attualità, riportandoci alle nostre radici – conclude Paolo Perrone. Noi abbiamo tracciato un solco in questa città, un solco nel segno della conoscenza del passato e spero che il prossimo governo cittadino possa proseguire su questa strada”.
 
Tanti, tantissimi, i cittadini che hanno voluto assistere alla riapertura delle Mura Urbiche, rimasti quasi tutti sorpresi dal lavoro finale portato a termine e ammirato grazie a un tour guidato. “Molti tratti del circuito murario sono stati abbattuti per agevolare l’espansione urbana – spiegano gli architetti Erroi e Ingrosso e il professor Arthur. Gli ambienti interni sono stati svuotati di tutto il materiale di risulta accumulato, si è proceduto al restauro ed al consolidamento statico delle strutture murarie. Gli spazi riscoperti, riemersi nella loro originaria configurazione, consentiranno di comprendere come funzionava e a quali principi rispondeva una architettura militare”.
 
La grande sfida delle Mura, però, è stata quella di creare un elemento di collegamento dento la stessa città antica. “Quello che un tempo era un elemento di protezione della città e del pubblico ora potrà tornare a essere elemento pubblico, ma in difesa della cultura e del benessere”, dicono ancora gli esperti.
 
Ora però, analogamente al discorso fatto per il complesso degli Agostiniani, resta il nodo sulla gestione e sulla fruizione. “Gli spazi riscoperti dopo il restauro hanno già un enorme potere attrattivo – è stato spiegato. Ma obiettivo del progetto è anche quello di raccontare a visitatori di diverse età e differenti livelli di cultura, un pezzo di storia della nostra città”.
 
Suggestivo è anche il gioco di illuminazione creato, ma il colpo d’occhio non è ancora completo. Resta, infatti, ancora aperto il cantiere nell’area dell’ex Carlo Pranzo: utilizzato fino a pochi mesi fa a grande parcheggio a pochi passi dal centro, ora il progetto è quello di creare un parco che ben si sposi con la cinta muraria appena riaperta. Almeno 6 mesi i tempi per il completamento del parco a cui, a questo punto, provvederà a tagliare il nastro la prossima amministrazione.
 
La stessa amministrazione che, contestualmente, dovrà rimettere mano alla questione-mobilità circostante alla nuova cinta muraria di Lecce.



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