Liberiamo le nostre imprese dalla criminalità, legalità e sicurezza in primo piano

Oggi, 26 novembre 2014, si è svolta la Giornata di Mobilitazione. Confcommercio Lecce, istituzioni locali, imprenditori salentini di commercio, turismo e servizi, tutti insieme per la legalità e la sicurezza.

Mobilitare l’intero sistema associativo con eventi territoriali e locali di vario genere per promuovere e rafforzare la cultura della legalità, requisito fondamentale per la crescita e lo sviluppo. È questo l’obiettivo della “Giornata della Legalità”, un appuntamento annuale contro ogni forma di illegalità e contro tutti i fenomeni criminali che rappresentano un grave danno per l’economia reale, per le imprese del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti, per il Paese.

L’evento, che si è svolto questa mattina a Lecce, dal titolo: “Liberiamo le nostre imprese dalla criminalità per un’economia più sana e più forte, per un Paese più civile” ha visto l’adesione di Confcommercio Lecce e, nel corso della giornata, la presentazione di un'indagine di Confcommercio, svolta in collaborazione con Gfk-Eurisko, che analizza l’evoluzione dei fenomeni criminali con la crisi e ne dà una lettura aggiornata su scala nazionale e regionale (in allegato, in coda all’articolo, i dati dettagliati dell’indagine). Erano presenti le maggiori autorità politiche e istituzionali del territorio come il Procuratore Capo della Repubblica di Lecce, Cataldo Motta; il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza, Vincenzo Di Rella; il presidente della Camera di Commercio leccese, Alfredo Prete; la Dirigente Scolastica dell’I.I.S.S. “A. De Pace” di Lecce, Prof.ssa Giuseppina Antonaci.

Racket, usura, estorsione, contraffazione, abusivismo, corruzione sono solo alcuni dei maggiori problemi che negli ultimi anni, sempre più, stanno affliggendo la vita delle imprese, inquinando e rallentando lo sviluppo economico del territorio. Una situazione resa ancor più problematica dalla recessione economica che non ha risparmiato nessun settore e i cui effetti continuano a colpire le imprese. Crisi che ha acuito i fenomeni criminali, amplificando le azioni della criminalità organizzata e la percezione di insicurezza su tutto il territorio nazionale. Fenomeni che, purtroppo, sono ancora più diffusi al Sud e nel nostro territorio in cui, la Sacra Corona Unita, troppo spesso trova terreno fertile nell’intimidazione di piccoli o medi imprenditori sull’orlo della crisi e disposti a tutto per cercare di risolvere i loro problemi finanziari.

Confcommercio Lecce, nella giornata di oggi, ha spiegato le azioni messe in pratica per cercare di attenuare questo terribile cancro che si è infiltrato nel tessuto sociale ed economico pugliese e salentino. Una di queste azioni importanti da ricordare è il Protocollo “video allarme antirapina” per l’assistenza alle imprese in gravi difficoltà economiche e a rischio usura. Da diverso tempo, inoltre, Confcommercio Lecce porta avanti un’intensa battaglia contro l’abusivismo, fenomeno che, per esempio, sta coinvolgendo il mondo degli organizzatori di viaggi, danneggiando gravemente la categoria delle agenzie di viaggio “autorizzate”. Altro settore colpito, soprattutto durante la stagione estiva, è quello dei Locali da Ballo. I numerosi casi di serate di intrattenimento organizzate sempre più spesso in circoli privati e in locali non autorizzati ha portato il SILB Lecce a intraprendere un’azione di contrasto a queste forme di abusivismo, impegnandosi a verificare che sul territorio gli eventi vengano svolti da operatori qualificati e nel rispetto delle normative vigenti.

Di tutto questo e, in generale degli strumenti per contrastare il fenomeno dell’illegalità, si è parlato questa mattina nel corso del seminario che ha coinvolto anche imprenditori salentini del commercio, turismo e servizi. Significative sono state le dichiarazioni del Procuratore Capo, Cataldo Motta che ha fatto un breve excursus su come la criminalità organizzata abbia cambiato faccia nell’ultimo periodo: “Siamo passati da una fase in cui la gente ha condiviso il contrasto alla criminalità organizzata ad un periodo di quasi indifferenza al fenomeno che rischia di trasformarsi in una fase di accettazione e quasi condivisione. Se si raggiunge quest’ultima fase siamo al capolinea. La strategia stragista del periodo di Toto Rina non ha pagato e la criminalità ha ricevuto un danno da quel periodo e, quindi, ha cambiato pelle. È diventata un’organizzatrice benefattrice, quasi invisibile, ma che pian piano si è infilata nel tessuto sociale ed economico, distribuendo favori, prestando denaro, sotto forma di racket, estorsioni ed usura. Così, pezzo dopo pezzo, le organizzazioni criminali si sono impossessate di alcune imprese, fino a prenderne il controllo totale. In questo modo hanno favorito sommerso e lavoro nero, fenomeni che hanno aumentato la disoccupazione e la crisi delle imprese oneste che vengono scalzate dal monopolio delle imprese non legali”.

Cataldo Motta va nel cuore del problema e dà alcuni consigli per reagire a questa situazione complicatissima: “Troppo spesso si ha la percezione che il lavoro viene dato dalla mafia e tolto dallo stato e questo allontana ancora di più la gente alla legalità. Si dovrebbe arrivare ad una denuncia corale, riferire immediatamente in maniera diffusa i fenomeni di racket e usura. La paura è solo una giustificazione per vivere tranquilli, ma non è contemplata come un diritto nella nostra costituzione, anzi c’è il dovere di comportarsi da cittadini che non accettano la realtà mafiosa. La situazione in cui ci troviamo è colpa di tutti, dalle istituzioni ai semplici cittadini. Le denunce, qualora vengano fatte, non cadono mai a vuoto, anzi. Noi abbiamo degli strumenti validissimi per combattere la criminalità, come la confisca dei beni di origine mafiosa approvata dopo la “Strage di Capaci”. L’imprenditore deve solo denunciare”.



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