Una “buona parola” per abbattere gli stereotipi, evento formativo ‘Linguaggio, comunicazione e questioni di genere’

“Linguaggio, comunicazione e questioni di genere”, questo il titolo dell’incontro di formazione nell’ambito dell’iniziativa “Diversi ma uguali. Pari opportunità”. L’evento formativo si è tenuto nel pomeriggio presso la sala consiliare di Palazzo dei Celestini.

La terminologia, le parole, i linguaggi. Degli strumenti che sono in grado di generare cultura, creare opinione e, soprattutto, eliminare gli stereotipi se utilizzati correttamente.

Linguaggio, comunicazione e questioni di genere

Se n’è parlato nel pomeriggio di ieri in Provincia di Lecce, presso la sala consiliare di Palazzo dei Celestini, all’interno dell’evento formativo intitolato “Linguaggio, comunicazione e questioni di genere“, promosso dall’Ufficio della consigliera di Parità della Provincia di Lecce nell’ambito dell’iniziativa “Diversi ma uguali. Pari opportunità“.

Prima che iniziasse la sessione dei lavori, introdotti dalla consigliera di Parità della Provincia di Lecce, Filomena D’Antini, in apertura ci sono stati i saluti di Maria Concetta Cataldo, presidente Fidapa Lecce; Sara Mazzeo, consigliera dell’Ordine degli assistenti sociali della Regione Puglia; Roberta Altavilla, Presidentessa dell’Ordine degli Avvocati di Lecce, che ha parlato in riferimento alla conciliazione dei tempi nella professione forense.

Linguaggio e comunicazione di genere

La prima sessione è stata incentrata su “Linguaggio e comunicazione di genere” attraverso gli interventi di Maria Vittoria Dell’Anna, docente di Linguistica italiana presso l’Università del Salento (Parole per dire. Il ruolo della lingua nell’identità di genere. Il ruolo dell’associazionismo nella cultura di genere). Qui, la prof.ssa Dell’Anna ha voluto sottolineare la correttezza linguistica di espressioni quali, ad esempio, “avvocata” oppure “ministra”. Molto fortunatamente, la “resistenza” lessicale all’uso di tali espressioni, tanto nella carta stampata quanto nel linguaggio comune, sta pian piano venendo meno, grazie soprattutto al fatto che oggigiorno le donne ricoprano con successo e merito ruoli professionali un tempo riservati solo agli uomini.

Dopodiché, è stata la volta di Alina Spirito, giornalista, direttrice di LecceNews24, che ha relazionato sull’argomento “Dal manifesto di Venezia ai casi pratici di redazione: come usare un corretto linguaggio di genere”. Il Manifesto di Venezia non vuole essere una carta deontologica, ma un manifesto d’intenti per superare gli stereotipi e raggiungere una corretta parità di genere. Il manifesto è stato presentato a Venezia il 25 novembre scorso  ad opera della Commissione Pari Opportunità della Federazione nazionale della stampa italiana, Sindacato giornalisti Veneto, Cpo Usigrai, associazione GiULiA Giornaliste. Il manifesto ha raccolto finora circa 1000 adesioni in tutta Italia, fra direttrici e direttori di testata, Associazioni di Stampa e Ordini dei giornalisti regionali, compresi i vertici di Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, e dell’Ordine nazionale dei giornalisti, Carlo Verna e la vicepresidente Elisabetta Cosci. Nel suo intervento, Alina Spirito ha sviscerato i contenuti del documento, ricordando episodi di “vita di redazione” per comprendere al meglio le difficoltà nel fare una corretta informazione “di genere”.

Linguaggio e questioni di genere

La seconda sessione ha riguardato, invece,  “Linguaggio e questioni di genere” con le relazioni di Erlene Galasso, consigliera del Comitato Pari opportunità dello stesso Ordine; di Fiammetta Perrone, segretario nazionale Fidapa BBW Italia (Il ruolo dell’associazionismo nella cultura di genere); e, infine, di Salvatore Cosentino, sostituto procuratore generale presso la Corte di Appello di Lecce e autore teatrale. Ha relazionato “Dall’identità di casta alla diversità autoghettizzante: note sparse sul linguaggio del diritto“. Qui, Salvatore Cosentino ha parlato alla platea dei tecnicismi che, molto spesso, vengono utilizzati nel linguaggio giuridico anche quando si devono spiegare concetti abbastanza semplici. L’ha fatto a modo suo, con semplicità, naturalezza ed un pizzico di ironia.

Il confronto è stato moderato da Emanuela Palamà, consigliera del Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli avvocati di Lecce.



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