
‘Nessun allarme lupi, né per i lupi né per il territorio’ titolava domenica scorsa Leccenews24 raccogliendo le dichiarazioni di Giacomo Marzano, biologo faunista e coordinatore dell’equipe di studiosi che ha documentato il ritorno del lupo in provincia di Lecce, ormai circa 10 anni fa. A distanza di pochi giorni, partendo proprio da quelle osservazioni, sempre su questa tema che sta affascinando tanti, riceviamo e pubblichiamo l’intervento di Desirée Martines, responsabile Oipa Lecce e membro del Coordinamento a tutela del lupo nel Salento.
‘Gentile Redazione di Leccenews24, in questi mesi mi sono personalmente attivata per far emergere pubblicamente un dato preoccupante, ovvero l’elevato numero di morti di lupo apparentemente per impatto da autoveicolo. Ovvero 11 esemplari da agosto 2024 a gennaio 2025 morti per investimento e 4 per cause non accertate.
Una cifra che abbiamo ottenuto grazie a una collaborazione costante con il Servizio Veterinario dell’Asl di Lecce. Dico ‘apparentemente’ perché, come dimostrano numerosi studi, l’impatto da autoveicolo può essere una causa secondaria in seguito ad avvelenamento, fenomeno purtroppo molto diffuso in Salento, come si può leggere dalle cronache e come noi volontari possiamo constatare personalmente nelle nostre attività. È risaputo, ad esempio, che un avvelenamento da rodenticida può rendere gli animali (quindi anche i lupi) meno reattivi e dunque più a rischio di impatto con un veicolo.
Allo stesso tempo ci risulta che la quasi totalità di questi lupi investiti siano stati smaltiti come cani, senza adeguato esame autoptico e tossicologico e di conseguenza le cause della morte rimarranno ignote.
Del resto, il biologo Giacomo Marzano, sul caso di due cuccioli di lupo rinvenuti morti a Mesagne questa estate (caso denunciato da un avvocato del wwf perché i cuccioli presentavano fori sul dorso), ha affermato pubblicamente che si trattava di morte per investimento, nonostante che, ci risulta, i cuccioli siano stati smaltiti senza che sia stata fatta autopsia e quindi senza diagnosi certa e ufficiale da organi deputati.
L’intenzione è dunque quella di accendere un faro su questo fenomeno. Non creare polemica o preoccupazione, come riferito dal biologo Giacomo Marzano, ma portare in evidenza un rischio concreto e chiedere alle istituzioni che si faccia chiarezza su queste morti, soprattutto in considerazione della grande disinformazione ai danni di questa specie che sta avendo sul territorio salentino.
Ci sorprende, inoltre, come il biologo non faccia minimamente riferimento al bracconaggio come tra le principali cause di morte sul lupo, considerato che le uccisioni illegali, studi alla mano, dimostrano che sono la seconda causa di morte della specie dopo l’impatto con autoveicolo. E come circa il 40% dei lupi bracconati rinvenuti sia stato avvelenato.
Anche qui in Salento abbiamo vissuto un caso eclatante che ha fatto il giro d’Italia: a ottobre scorso, nelle campagne di Castiglione d’Otranto, un uomo con un fucile da caccia ha sparato a un esemplare, ammazzandolo sotto gli occhi di un testimone, rimasto impietrito. Il responsabile è stato in seguito identificato e adesso a suo carico c’è un procedimento penale.
È preoccupante anche affermare che le uccisioni per investimento siano fondamentali nelle dinamiche di regolamentazione del numero di animali presenti sul territorio, poiché il controllo e la regolazione naturale della popolazione dovrebbe avvenire attraverso processi biologici come la mortalità alla nascita, le malattie o altri fattori ecologici, e non a causa dell’intervento umano involontario (o volontario) o della presenza di infrastrutture pericolose.
Ci sorprendono, infine, le seguenti parole dell’ articolo: “il lupo si nutre di cani e di gatti, quella che era considerata un’emergenza per i cittadini e per le pubbliche amministrazioni, ovvero il fenomeno del randagismo, è ormai del tutto scomparsa. In provincia di Lecce è quasi impossibile trovare cani randagi o gatti…”.
Da rappresentante di un’associazione a tutela degli animali ritengo profondamente inquietanti queste parole ed estremamente dannose sotto il profilo comunicativo, posto che non conosciamo su quali dati si basino e che sembrino più che altro supposizioni.
Solo chi, come noi, è costantemente presente sul territorio può affermare con certezza che cani e gatti randagi non sono affatto scomparsi a causa del lupo, fortunatamente.
La loro presenza è ancora molto evidente.
Lo dimostra, ad esempio, l’emergenza legata al randagismo felino, che resta un problema attuale, così come i dati sugli accalappiamenti dimostrano che i cani vaganti non mancano.
Inoltre, da anni seguiamo numerosi cani e gatti che continuano a vivere per strada.
Oltretutto si parla di aumento di predazioni di cani a favore della diminuzione delle predazioni sul bestiame, ci piacerebbe vengano pubblicati i dati che accertino le predazioni sui cani e verificati dal Servizio Veterinario.
Senz’altro, far passare il messaggio che non si “vedano in giro più cani e gatti grazie al lupo”, significa far passare un messaggio negativo sulla specie lupo e minare tutti gli sforzi che associazioni come la nostra si prodigano di fare, quotidianamente, sulla possibile coesistenza tra fauna selvatica e animali d’affezione”.