Mascherine a 50 centesimi introvabili nel Salento, Codacons denuncia e scrive al Prefetto

Il Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori chiede al Prefetto che siano svolti controlli specifici.

Una lettera indirizzata al Prefetto di Lecce, Maria Teresa Cucinotta, affinché inviti formalmente tutti i Comuni della Provincia di Lecce e le Autorità di Polizia competenti a svolgere controlli specifici, con particolare riferimento ai settori merceologici che hanno sottoscritto gli accordi. È quella scritta dal responsabile Codacons del Capoluogo, Cristian Marchello, a seguito delle numerose segnalazioni giunte presso l’associazione nella quali si comunica l’introvabilità delle mascherine chirurgiche al prezzo di 50 centesimi.

Ma c’è di più!!! Secondo il sodalizio a tutela dei consumatori, si verificherebbero situazioni nelle quali farmacisti o esercenti in genere, denigrando l’inutilità delle mascherine cosiddette chirurgiche a prezzo calmierato, indurrebbero i cittadini e i consumatori ad acquistare dispositivi di sicurezza diversi a prezzi decisamente più alti.

“Al di là dalla volontà o meno di alcuni commercianti e farmacisti a vendere il prodotto – fanno sapere da Codancons – e al di là dalla circostanza o meno che gli stessi siano stati acquistati in precedenza a prezzi superiori a quello di vendita fissato, preme ricordare a tutti che il Decreto del Commissario Straordinario Arcuri ha carattere erga omnes e cogente in virtù della legislazione straordinaria legata al contrasto al Covid-19.

Di fatto, tutte le mascherine facciali che rispondono ai requisiti indicati nel decreto e afferenti alle cosiddette mascherine chirurgiche possono vendersi esclusivamente al prezzo imposto dall’Ordinanza del 26 aprile, a un prezzo inferiore.

Preme ricordare – prosegue l’associazione – che la violazione dell’ordinanza commissariale potrebbe comportare l’applicazione dell’art. 650 del Codice Penale (o 260 R.D. 27.07.1934 n. 1265 – T.U. delle Leggi Sanitarie) per violazione di un Ordine proveniente dall’autorità.

Si rammenta inoltre che denigrare la qualità delle mascherine, onde indurre il consumatore a effettuare un acquisto più oneroso potrebbe configurare una pratica commerciale scorretta già sanzionata dalla normale legislazione”.



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