‘Mio figlio in rosa’: storia di un amore che vince il pregiudizio

Alla Feltrinelli di Lecce, venerdì 1 febbraio, la presentazione del libro di Camilla Vivian, edito da Manni. Un incontro Agedo Lecce.

Una storia d’amore: la storia di una madre che ama il figlio, ama la sua costanza, la forza e la determinazione delle sue idee e accetta ogni sfaccettatura della sua identità.

Venerdi 1 febbraio alle ore 18.30, presso la Feltrinelli di Lecce (ingresso gratuito) si terrà la presentazione di “Mio figlio in rosa”, pubblicato da Manni Editore.

L’iniziativa è organizzata da Agedo Lecce e patrocinata dal Comune di Lecce, dal CSVSalento e dalle associazioni Arcigay Salento-La terra di Oz e LeA-Liberamente e Apertamente. Tali associazioni di volontariato LGBTQ promuovono iniziative per abbattere i pregiudizi, le paure e gli stereotipi relativi all’omosessualità e perseguono l’obiettivo di educare al rispetto delle persone LGBTQ, offrendo aiuto nelle situazioni di disagio e di sofferenza causate dal rifiuto e dalla discriminazione da parte delle famiglie e della società.

L’autrice Camilla Vivian, di 46 anni, racconterà la sua storia e quella di suo figlio Federico, di 10 anni. Con l’aiuto del professor Alessandro Taurino dell’Università degli studi di Bari “Aldo Moro”, esperto di sessualità e identità di genere, sarà affrontato il tema della varianza di genere, argomento ancora poco conosciuto.

La storia

Federico è gender fluid: ha consapevolezza di essere biologicamente maschio ed è fortemente attratto dal colore rosa e dagli abiti femminili. Nella dimensione ludica, sogna di essere una fata o una principessa, sin dai primissimi anni di vita. Camilla lo accompagna in questo percorso che si svolge al di fuori del sistema binario di genere e gli è vicina nella necessità di vivere entrambe le prospettive, quella del bambino e quella della bambina.

Camilla sceglie, con grande coraggio, di esporre al pubblico le vicende della sua vita familiare, riflettendo sulla propria situazione con serenità e naturalezza perché, in questo modo, tanti genitori nella medesima situazione possano sentirsi meno soli e tutti noi, attraverso maggiore informazione e consapevolezza, possiamo avvicinarci all’argomento (o approfondirlo) guidati dalla delicatezza di questo libro.

Con l’aiuto di Federico, Camilla ha scoperto che l’identità è qualcosa di complesso, che non è possibile mettere etichette né agli adulti né, meno che mai, ai bambini. Ha scoperto che identità è libertà e accetta che suo figlio abbia i capelli lunghi e lo smalto alle unghie.

Camilla sceglie di condividere dubbi e timori con il mondo esterno al suo nucleo familiare e ha capito che non è suo figlio a doversi adeguare al resto del mondo ma è il resto del mondo che deve imparare a conoscere, capire e accogliere.
E a lei, madre, il compito di accompagnarlo e proteggerlo in questo percorso.



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