
Corrado, così si presentava al pubblico il conduttore dall’accento romano, la voce particolare, l’aria sorniona e quel leggero e mai offensivo modo di fare ironia che gli ha permesso di superare lo schermo e di entrare nelle case degli italiani come fa un amico, quando sembrava impossibile. Qualcosa stava cambiando non solo in tv, con Mike Bongiorno, Raimondo Vianello e Sandra Mondaini.
Era l’8 giugno 1999 quando il presentatore in smoking della Corrida se n’è andato, silenziosamente, dopo una grave malattia. Senza far rumore, con la discrezione e la riservatezza che hanno contraddistinto la sua lunga carriera.
L’ultima apparizione
Sette mesi prima si era “congedato” alla fine della puntata della gara tra “dilettanti allo sbaraglio” condotta con il maestro Roberto Pregadio.
«È tempo di dare qui il mio commosso ben servito, ma chissà che poi non me ne pento. Lo so, mi mancherete tanto. E se c’è uno scemo del paese mi ha insegnato a sorridere e a non aver pretese» aveva dichiarato. Nessuno avrebbe mai immaginato, tra una risata e l’altra, tra fischi e campanacci, che sarebbe stata l’ultima comparsa sul piccolo schermo che aveva conquistato con il suo garbo, le battute taglienti e le gag. Tranne lui, che disseminò il percorso di impercettibili indizi: «Ho la paura, penso umana, di stancare la gente. Allora cerco di capire il momento in cui l’ho stancata per andarmene via un minuto prima».
Aveva una battaglia da combattere: una neoplasia polmonare, un cancro ai polmoni. Una lunga lotta, purtroppo, non ha vinto. Corrado, Corrado e basta tanto che il grande Totò lo aveva soprannominato lo “Scognomato” (il suo cognome era Mantoni), c’era sempre stato, in radio prima ancora che in tv. Compagno delle giornate con i suoi programmi tra cui il Pranzo è servito. E c’è ancora grazie al ricordo delle risate che riusciva a strappare.
“E non finisce qui!”, come la sua battuta più famosa.