Un miliardo e mezzo per finanziare il gasdotto, i No-Tap preparano la “controffensiva” alla Bei

La Banca Europea degli Investimenti, dopo diversi “tentennamenti” ha deciso di sostenere la costruzione del gasdotto concedendo a Tap un finanziamento da 1,5 miliardi di euro. Il fronte contrario prepara un ‘contrattacco’.

Un miliardo e mezzo di euro: è questa la cifra, a tanti zero, che la Banca europea degli investimenti ha stanziato per la costruzione del gasdotto Tap. È il primo finanziamento che la Bei ha pensato per l’opera, considerata “strategica” per la diversificazione delle fonti di approvvigionamento e una pedina importante per rafforzare il ruolo dell’Italia – dipendente dalla Russia – sullo scacchiere energetico.

Il maxi-prestito, tra i più sostanziosi concessi, è stato elargito dopo “discussioni dettagliate”. Se tutto va secondo i ‘piani’ dal 2020, attraverso il “corridoio meridionale” il gas azero del Mar Caspio potrà prendere la strada dei mercati europei.

La notizia, però, non ha fatto altro che rinfocolare la tensione che si avverte in questi mesi nelle campagne di San Basilio, dove gli uomini della multinazionale svizzera stanno costruendo il pozzo di spinta dal quale sarà calata la talpa, una macchina che provvederà a costruire il microtunnel. È il secondo lavoro importante dopo l’espianto di circa 200 ulivi, collocati temporaneamente nella nursery di Masseria del Capitano.

Così, dopo gli animi accesi dei giorni scorsi, il fronte No-Tap prepara l’ennesimo attacco, questa volta per contrastare la scelta della Bei concedere a TAP un finanziamento: «Grazie alla disponibilità del Prof. Michele Carducci, ordinario di Diritto costituzionale comparato – si legge sulla pagina Facebook del Movimento – si sta procedendo alla stesura degli atti di impugnazione conseguenti a tale decisione».

Ognuno può “alzare la voce” per questo i No-Tap hanno deciso di chiamare a raccolta chiunque voglia opporsi. Spiegano come nel post. C’è tempo fino al 16 febbraio.



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