
Qualunque donna sarebbe distrutta se scoprisse, per caso, il tradimento del proprio uomo. Qualunque donna trasformerebbe poi il dolore in «sdegno» (per non dire «schifo») se l’altra persona coinvolta nel triangolo fosse in realtà, poco più di una bambina. Qualunque donna si sentirebbe offesa, lesa nella dignità di moglie o compagna, ferita….tradita, insomma! Perché la storia dovrebbe essere diversa se ti chiami Alessandra Mussolini? Il fatto di essere la nipote del Duce (come alcuni commenti su Twitter hanno ipotizzato) giustifica forse un paio di corna? Essere colei che si è battuta con tenacia, per anni, contro la pedofilia le fa in qualche modo meritare di essere finita in una vicenda che reputava, a ragione, lontana dalla sua famiglia? Non è sempre la moglie l’ultima a sapere? Certo, è innegabile che forse prima di parlare ognuno dovrebbe guardarsi un po’ intorno, dentro casa nel suo caso, ma ci sono situazioni che vanno al di là di ogni immaginazione. E poi le battaglie condotte anche facendo appello al pugno duro (come la castrazione chimica) perdono improvvisamente valore sol perché ti ritrovi accanto un marito diverso da come credevi che fosse?
Fin da quando è partita l'inchiesta della Procura di Roma sulle baby squillo dei Parioli si era mormorato che tra i clienti ci fossero nomi importanti. Voci, indiscrezioni, che facevano “tremare” gli habitué di quell'appartamento romano dove due ragazzine di 14 e 16 anni avevano scelto di dar via il loro corpo in cambio di un po' di soldi per comprarsi scarpe e vestiti. Ora salta fuori che tra gli “insospettabili” che avrebbero varcato quel portone nel quartiere più chic della capitale, ci sarebbe Mauro Floriani, marito di Alessandra Mussolini, ex ufficiale della Guardia di Finanza attualmente ai vertici delle Ferrovie dello Stato. Su di lui magistrati avrebbero raccolto «elementi probatori incontrovertibili».
La notizia è trapelata sui giornali ed ecco che sul web, personaggi noti e meno noti, gente comune e vip si sono lanciati in battutine al vetriolo, frecciatine e commenti al veleno. L’ultimo in ordine di tempo è stato quello di Vladimir Luxuria. L'ex parlamentare di Sel non ha dimenticato le parole della Mussolini che qualche anno fa le disse «meglio fascista che fro***». Così ora passa al contrattacco e su twitter in 140 caratteri replica: «non mi piace infierire su un dramma in famiglia ma la vicenda Mussolini insegna che prima di giudicare gli altri è meglio guardarsi attorno». Lecito togliersi qualche sassolino dalla scarpa se non fosse che qualche minuto dopo ha ritwittato un cinguettio in cui le veniva consigliato di indossare una bella t-shirt con la scritta «meglio fro*** che pedofilo…». Un messaggio da recapitare direttamente alla Mussolini. A lei che tra le lacrime ha affermato di avere una «vita distrutta». A lei che piange al telefono quando la giornalista del Messaggero riesce a parlarle dopo giorni di chiamate a vuoto. A lei che ha cercato conforto a casa della mamma. A lei che ha cacciato di casa il marito. A lei che è stata tradita due volte: come donna e mamma di due figlie in primis e come politica poi.
La deputata di Forza Italia, come diciamo noi salentini, forse non avrebbe dovuto dire "de quai nu passu" ma la cattiveria di cui è stata oggetto in questi giorni è talmente crudele e gratuita che rischia addirittura di offuscare le responsabilità in questa storia (accertate o da accertare) di quello che fino pochi giorni fa era il suo compagno di vita. Insultare e gioire del suo dramma facendolo passare per una sorta di meritato contrappasso fa orrore.
Per cui, forse sarebbe bene considerare Alessandra Mussolini non come nipote di Sofia Loren o discendente di Benito Mussolini ma come qualunque altra donna tradita. Immaginarla a lanciare piatti contro il marito mentre gli urla parole irripetibili in un turpiloquio che farebbe invidia addirittura ad uno “scaricatore di porto”. Con la stessa determinazione e tenacia che hanno caratterizzato l’altra Alessandra, quella politica.